INTERCETTAZIONI

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BALOTELLI


24-01-2010
Quando gli juventini cantano «Chi non salta è un romano di m....». Non sono razzisti? O i cori offensivi sono solo quelli contro Balotelli?
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DOPO LAPO L'EPO...

AHAHAHAHAHAH CI RISIAMO, DOPO LAPO, L'APE...

Il tribunale nazionale antidoping ha squalificato per due mesi i medici della Juventus Bartolomeo Goitre e Luca Stefanini per il 'caso Cannavaro'. I due dottori erano stati coinvolti all'inizio di ottobre nella vicenda: il difensore azzurro risultò positivo al cortisone, dopo avere presentato alla vigilia di Roma-Juve una richiesta di esenzione per emergenza (era stato punto da una vespa), incompleta però nella documentazione.
Il caso era stato archiviato, come da richiesta del capo della procura antidoping del Coni, Ettore Torri. Lo scorso 26 novembre i due medici sono stati deferiti dalla stessa procura con richiesta di tre mesi di squalifica. Stamattina la sentenza del tribunale nazionale antidoping che ha squalificato i due medici per 60 giorni.
 Il club bianconero «prende atto della sentenza del tribunale nazionale antidoping, ma rimane ferma nella propria convinzione che i dottori Goitre e Stefanini abbiano offerto la massima collaborazione alle istituzioni sportive competenti». Questo breve comunicato della società bianconera segue alla squalifica comminata ai sanitari juventini per il «pasticcio» relativo alle analisi di Cannavaro

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MOURINHO

Mourinho, che è abbastanza presuntuosetto, veniva a Roma a vedere gli allenamenti di Spalletti. E questo deve essere ricordato. Patrick Vom Bruck, Centro Suono Sport
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ROMA FURIOSA

EDITORIALE | 22-10-2009 - ore 14:47



Il torinese scontentò tutti fischiando a raffica e ammonendo a più non posso. Poi si scusò dicendo che la situazione gli era sfuggita di mano. Un difetto nel quale incappa troppo spesso (ricordate il derby genovese del passato campionato con più di 50 falli fischiati?) e che pure domenica sera lo ha portato a chiudere il match con 9 ammoniti e un espulso. Milan-Roma, già, un match che per lui non era affatto una novità, tanto che lo cominciò a dirigere al termine della succitata stagione 2002-03, nella finali di ritorno di Coppa Italia del 31 maggio 2003. Dopo aver espulso Totti e mostrò il rosso a Cassano, reo di aver protestato dopo aver subito un fallo da Laursen non fischiato. Alla vista del cartellino il barese andò su tutte le furie e uscì dal campo mostrandogli le corna. Fu l'inizio dei guai tra la Roma e il torinese a San Siro, anche se dopo quella sera a Milano con lui ha vinto 3-2 con l'Inter il 26 ottobre 2005, 1-0 col Milan il 28 ottobre 2007 (con rigore fallito da De Rossi) e 1-0 in Supercoppa con i nerazzurri il 19-8-2007, con un penalty stavolta segnato dallo stesso De Rossi in una gara nella quale alla Roma ne dovevano essere dati almeno altri due. Perrotta disse «così ci fate perdere la partita» e Rosetti gli mostrò il rosso»un attimo prima del suo ingresso in campo dalla panchina. Ma l'espulsione più clamorosa resta quella di Mexes in Inter-Roma del 27 febbraio 2008. Sull'1-0 per la Roma il francese venne prima ammonito per aver tagliato il campo mentre rientrava dopo essere stato fuori per infortunio e poi ri-ammonito ed espulso per un fallo non commesso. Quindi l'Inter pareggiò con Zanetti: sviste decisive in ottica scudetto. Da quella sera tra Rosetti e Mexes sono state spesso scintille, con quest'ultimo che nel finale della gara persa 3-2 a Catania prima del Natale 2008 perse le staffe. Il torinese, sbagliando, gli risparmiò il rosso, mentre a Reggio Calabria, lo scorso 1 febbraio, gli fischiò contro un rigore per un fallo su Corradi. In Samp-Roma 2-2 del torneo passato, poi, assegnò un penalty alla Roma per fallo su Tonetto del già ammonito Padalino, che andava espulso. Ma lui sbagliò persona e anziché lasciare i doriani in dieci ammonì Lucchini. Rosetti non è un arbitro gradito alla società giallorossa che non può però dirlo «ufficialmente». Non a caso l'ultima sua direzione all'Olimpico risale al dicembre 2006 (il derby vinto 3-0 dalla Lazio), un mese prima l'ultima direzione con la Roma società ospitante nella partita con la Fiorentina finita 3-1. I giallorossi non vincono in campinato con Rosetti dall' 1-0 in casa del Genoa del 24 novembre 2007. Quasi due anni fa!



La Roma furiosa, anzi furibonda, prova stasera a dimenticare il sorriso  balordo di Rosetti nell'incanto del Craven Cottage, lo stadio-salotto di  Mohamed Al Fayed, il signore dei mitici magazzini Harrods, il primo miliardario straniero a togliersi lo sfizio di acquistare un club inglese. Lo fa all'ombra della determinazione di Claudio Ranieri, che a Londra ha una casa non lontano dal piccolo tempio del Fulham e a San Siro ha fatto da apripista all'innovativo sfogo di Rosella Sensi, rimasta a casa a differenza del diesse Pradé, partito regolarmente con la squadra. Speriamo che concretezza dell'allenatore in perfetta sintonia col presidente ("Ha ragione: il patrimonio Roma va difeso ad ogni costo") basti a dare dignità a questa Champions dei poveri che accende il giusto - non moltissimo, quindi - la fantasia tifosa. I precedenti, Basilea su tutti, non incoraggiano l'ottimismo dedicatoci dal tecnico inglese, il navigatissimo Roy Hodgson, che ha definito la Roma la squadra favorita per la vittoria finale in Europa League. Noi che conosciamo un po' meglio la realtà giallorossa ci sentiamo magari propensi a una maggiore cautela: Totti non è partito, afflitto dai guai al ginocchio e dai soliti misteri; di Juan si sono perse le tracce; Doni è in piena convalescenza; Cicinho è sempre rotondo come un abbacchietto; la banda nel suo complesso, il caricatissimo Menez a parte, non sembra vivere una fase di splendore fisico e, alla faccia del turnover, già comincia a chiedere gli straordinari a più di un elemento (da Riise a Burdisso, da De Rossi a Pizarro).
In ballo, orgoglio a parte, forse non c'è granché. Ma forte è la curiosità di verificare le capacità di reazione del gruppo di fronte all'ultima clamorosa ingiustizia subìta. Di nuovo, c'è l'atteggiamento del presidente, finalmente tornato a mostrare una grinta degna di papà e mamma. Basterà a scuoterci dalla rabbia che, a distanza di tre giorni buoni, ancora ci rode dentro?



Alla vecchia di Torino hanno ripreso Bettega. Sono due le cose. Se Bettega è pulito, vuole dire che non sapeva nulla di ciò che facevano i “colleghi” Moggi e Giraudo e dunque è un imbecille che non vede passare le renne ad agosto, se invece vale il contrario, sporcato per sporcato, lo stile Juve, valeva la pena riprendersi il vate di calciopoli, almeno di pallone ci capisce. Non credo che il bianco Bettega li salverà dal processo di deterioramento, a meno che non arrivi Hiddink e allora saranno dolori per tutti. Quello è bravo. Il Milan, sull’onda dell’ottimo arbitro Rosetti, ha preso più punti di quelli che merita, frenando la nostra crescita (che bravo Rosetti, due piccioni con una fava!).






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SOLITO ROSETTI

(EDITORIALE – IL SOLITO ROSETTI, RIMPIANTO GIALLOROSSO – FORZA-ROMA.COM) – La Roma torna a mani vuote da Milano. Dopo i primi quarantacinque minuti di giuoco, nessuno, neanche Galliani e soci, avrebbe pensato ad un epilogo così generoso nei confronti del Milan e così avverso alla Roma che meritava senza alcuna ombra di dubbio la vittoria. Alla fine è chiaro che il nervosismo per l’ennesimo Rosetti contro la Roma, ha fatto andare su tutte le furie anche lo stesso Ranieri. Un metro di valutazione a favore del Milan: il rigore su Menez ed il presunto fallo di Burdisso su Nesta, Rosetti con queste due interpretazioni per la terza volta consecutiva a Milano penalizza oltremodo la Roma che esce dalla sfida di Milano con tanta amarezza ed un pugno di mosche. La gara di Milano doveva far destreggiare la Roma fra le maglie dell’incertezza sul proprio cammino, la sfida della verità giallorossa, una Roma che orfana di Totti doveva dimostrare il proprio valore. Milano ha gridato che la Roma c’è, con tanto di pregi e con ancora dei difetti da estirpare. La prima sconfitta dell’era Ranieri giunge con tanto di alibi da raccontare e con qualche veleno: qualcuno sapeva che a Milano con Rosetti andava a finire in questa maniera. Rigore non concesso alla Roma, quello assegnato al Milan, l’esiguo recupero dopo nove ammonizioni e cinque sostituzioni è sembrato una gran presa per i fondelli per tutto il popolo giallorosso. Anche la Sensi ha alzato la voce: mi sà tanto che Rosetti questa volta l’ha combinata proprio grossa. Un consiglio alla Roma e a Ranieri: non cullatevi sui madornali errori arbitrali anche voi avete le vostre colpe, certe partite si devono chiudere 0-3 e tutti a casa.

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SCIPPO A SAN SIRO

SCIPPO A SAN SIRO
MILAN-ROMA 2-1

Furto a San Siro. Furto vero. Il Milan si impone 2-1, ma il gol dell'1-1 è frutto di clamoroso regalo di Rosetti, che nella ripresa concede un rigore dopo un intervento sulla palla di Burdisso. L'ex interista anticipa Nesta, spedendo la palla in angolo. Dal dischetto, Ronaldinho non sbaglia e qualche minuto dopo arriva la beffa: Pato prende in velocità Riise e raddoppia. Una rapina.




Il Milan batte la Roma 2-1: è tutta una vergogna.
"Per quanto sia un eccellente arbitro internazionale, Rosetti con la Roma sbaglia troppo spesso".
"La partita è stata condizionata dall'arbitro"
"Rosetti lancia il Milan"
«Siamo stanchi di essere presi in giro»
All'uscita dal campo Pizarro ha distrutto il cartellone che si usa durante le interviste. «Se parlassi mi darebbero 10 anni di squalifica», dice sconsolato. Tutti i giallorossi sono visibilmente amareggiati. «Siamo stanchi di prenderla in quel posto - commenta Menez - anche a Genova era successa la stessa cosa (il riferimento alla mancata espulsione di Biava ndr) non se ne può più. Il rigore su di me? Certo che c'era». Mexes non è da meno. «Ci sono episodi sui quali non possiamo fare nulla. Uno cerca di fare bene una gara che poi è condizionata. Siamo arrabbiati». Il riferimento all'arbitro Rosetti è evidente. «Le persone che sono messe a dirigere le partite dovrebbero essere competenti».

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LADRI

17-07-2009


CORSPORT - Mario Balotelli non la smette con le provocazioni. In un'intervista, alla dom

Mourinho e Balotelli, due esseri che meriterebbero di stare lontano dai campi di giuoco, perchè ammesso e concesso che i due siano bravi, il calcio italiano non ha bisogno di questi due individui, il mondo del calcio deve riflettere, le esasperazioni sono da condannare, se i protagonisti sono quelli che guadagnano fino a 450.000 euro al mese, la rabbia cresce. Ieri sera il pubblico romanista è stato offeso da Balotelli prima, simulatore e maleducato, poi è toccato a Mourinho, intervistato si è lasciato andare con la sua eterna provocazione, ha parlato male dell’arbitraggio, ritenendo la sua Inter, penalizzata, in occasione del terzo goal di Brighi, ha volutamente cercato di fare passare la Roma, Spalletti ed i tifosi giallorossi per coglioni, ma andasse a quel paese. Mourinho e Balotelli sono esseri da circo, viene da ridere sentirli parlare e vederli in campo, Balotelli ha avuto un atteggiamento increscioso, ha provocato i tifosi della Roma, ha sfottuto Panucci dopo il rigore senza che nessun compagno di squadra lo abbia redarguito, parliamo di non mandare i tifosi in trasferta, e certi individui sono autorizzati ad aizzare gli animi, se dal settore dei tifo giallorosso fosse volato un oggetto all’indirizzo, la stampa avrebbe condannato la Roma, con la squalifica del campo, mentre il provocatore sarebbe uscito dalla situazione come vittima. Mourinho a fine gara parla di fair play, ridicolo, assieme al suo calciatore, basta, siamo stanchi di vedere questi atteggiamenti, Balotelli antisportivo in tutto e per tutto, Mourinho molto di più, un allenatore doveva chiedere scusa per l’episodio increscioso dell’attaccante ma evidentemente la cultura dei due è troppo inferiore agli standard italiani, andrebbero isolati senza mezzi termini, alziamo la voce e chiediamo in coro che l’Italia non ha bisogno di gente come Mourinho e Balotelli, per noi andrebbero RADIATI senza mezze misure.


Rosella Sensi non ha detto nulla su Inter-Roma, l’ennesimo torto arbitrale, l’ennesimo furto ben confezionato dai nerazzurri di Moratti con la complicità dell’arbitro Rizzoli. La presidentessa Sensi, che dopo Inter-Roma di Coppa Italia, aveva in un certo qual modo alzato la voce, oggi non ha aperto bocca sull’incresciosa condotta arbitrale, almeno ufficialmente, qualcuno conferma che la Sensi qualche tiratina di orecchie per telefono l’ha fatta, pubblicamente Rosella Sensi non ha fiatato, è vero che alla fine non serve a nulla, noi tifosi, però abbiamo il diritto di avere la società al fianco, nell’ennesimo torto subito in Inter-Roma. Franco Sensi avrebbe tuonato parole forti contro il sistema, contro chi detiene lo scettro del potere del calcio italiano, soprattutto dopo che Moratti, in maniera meschina, ieri ha confermato, falso e bugiardo come i suoi tesserati, l’esistenza del rigore su Balotelli. Lì è un pò mancata la Sensi, non ce ne voglia, ma i tifosi che si stanno mobilitando contro i favori all’Inter, desiderano avere l’appoggio della società As Roma, le battaglie si combattono in sinergia, noi siamo la parte lesa, quella che ne è uscita più sconfitta, quella parte che ha voglia di farsi giustizia, contro l’ennesima vergogna consumata in quel di San Siro. Cara Rosella se ci sei batti un colpo…



La Roma è la migliore formazione italiana, il Manchester United è il miglior club del mondo. A stabilirlo è l'Iffhs, Istituto mondiale di storia e statistica del calcio che per stilare la sua graduatoria ha preso in considerazione tutti i risultati ottenuti dalla varie squadre nel periodo che va dall'1 marzo 2008 al 27 febbraio 2009. Il Manchester United ha un quoziente di 302, e precede un'altra squadra inglese, il Liverpool, secondo con 267. Terzo il Boca Juniors con 263. Prima delle italiane rimane la Roma, che però esce dalla 'top ten' scendendo dal nono al 12/mo posto. La squadra giallorossa precede di una posizione la Juventus, mentre l'Inter è solo 16/ma ed il Milan soltanto 38/mo, alla pari con Cska Mosca, Deportivo La Coruna, Villarreal e Manchester City. Primo club non europeo o del continente americano è il giapponese Gamba Osaka, piazzato al 22/mo posto.




TOTTI: "Il rigore? Come sempre non ho parole"
01.03.2009

Protesta a fine partita anche Francesco Totti costretto a guardare il match di San Siro dalla tribuna: « Il rigore? Come sempre, senza parole. Niente di nuovo. In tribuna si è visto pure meglio».  Curioso ed emblematico il siparietto che ha visto protagonista proprio il Capitano e Capitan Futuro. Durante l'intervista di De Rossi a Sky,  Totti fuori onda suggerisce al compagno "Dillo, protesta! La devono smettere di fare le solite cose. Siamo stufi...". Il giornalista di Sky ha tentato poi di farlo intervenire in diretta, ma a quel punto il numero 10 giallorosso è andato via.

DE ROSSI: "Il calcio italiano ha qualcosa di poco chiaro"
01.03.2009 23.29
Parole forti, fortissime quelle di Capitan Futuro rilasciate a Roma Channel, parole destinate a destare una lunga scia di polemiche.  “Non è possibile, quando entriamo allo stadio diciamo “stavolta no, non è possibile”, e invece è possibile. Io non ho ancora rivisto l’episodio - ha detto De Rossi -  ma ero lontano e fischia il rigore, che gli vuoi dire? Non deve fare niente, è una partita finita e lui la riapre, spero per lui che sia scarso e che non lo faccia apposta. Lo stimolo? Di giocare con il cuore per la Roma non me lo leva nessuno, Rizzoli o Collina o la loro banda.
Il centrocampista di Ostia prosegue "La Champions? Sarà sicuramente una partita più limpida anche se oggi saremmo arrivati al 4° posto, è un peccato perché viene sminuito il nostro lavoro per colpa degli arbitri, i ragazzi dell’Inter sono fenomenali, Santon è eccezionale e così sviene sminuito il loro lavoro. Ci abbiamo messo del nostro per essere sesti ma anche quando eravamo secondi l’altro anno è successo qualcosa di molto poco chiaro. Siamo più grandi di questo e dobbiamo continuare a partire da sabato o da martedì che ci dovrà essere la bolgia allo stadio. Andiamo avanti a testa alta. E’ ancora più bello essere romani e romanisti oggi. Non bisogna esagerare, ma il calcio italiano ha qualcosa di poco chiaro e sicuramente le partite del calcio italiano sono le più alterate, io vedo altri campionati e non succede come da noi, bisogna riflettere e capire il perché. Non bisogna collegare Calciopoli ad oggi, servirebbero delle prove, ma è da migliorare quest’aspetto perché c’è gente che soffre per la loro passione”.
 
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COSTANTE NERAZZURRA ARBITRALE

Costante nerazzurra arbitrale
Inserito alle 9:20 - 2 Marzo 2009

E’una vera e propria costante, Inter-Roma è così e chissà per quanto tempo sarà così. Non c’è Rosetti. che aiuta l’Inter a rimontare il vantaggio della Roma, espellendo ingiustamente Mexes, lo scorso anno le cose andarono in tale direzione, ma al peggio in Inter-Roma non c’è mai fine, e nell’edizione stagionale di Inter-Roma la regola ha avuto la sua conferma, pesante ed incredibilmente scandalosa, con la decisione di Rizzoli deprecabile, che ha condizionato il risultato finale. Vogliamo parlare di calcio prima, poi troveremo il tempo e lo spazio per parlare del vergognoso episodio, la Roma è stata bella, armoniosa a tratti incostrastabile, ha disputato un primo tempo superiore addirittura di quello fatto dal Manchester United, martedì a San Siro. La Roma ha chiuso il primo tempo meritatamente in vantaggio per 2-0, De Rossi e Riise i mattatori, gli altri una spanna superiore agli avversari, brutti ed orribili i nerazzurri, tutto sembrava meno che una squadra capolista del campionato italiano. Nella ripresa la Roma parte con il piglio giusto, a differenza di quanto hanno commentato i signori Caressa e Bergomi su Sky, non sono stati capaci di dire che la Roma alla fine avrebbe meritato la vittoria, dodici azioni da goal, 3 reti senza rigore, a San Siro, è un fatto che và sostazialmente messo in evidenza, i nostri dipendenti, i vari Caressa e Bergomi hanno puntato l’attenzione sul calo della Roma, bugiardi ma tanto bugiardi, negli ultimi 8 minuti la Roma ha creato 3 palle goal con Menez e De Rossi, quei due individui di Sky non sono stati capaci di dichiarare che la Roma, nonostante il pareggio avrebbe meritato qualcosa in più, essendo stata superiore sul piano del gioco all’Inter, lasciamoli perdere, ci illudiamo sempre che al peggio non c’è mai fine ma poi la realtà ci conferma l’eternità di certe scabrose situazioni. La serata ha visto l’ennesimo aiuto all’Inter da parte dell’arbitro, nella fattispecie Rizzoli, che assegna un rigore inesistente a Balotelli, dirà in campo a De Rossi per fallo di Motta, clamoroso, perchè De Rossi toglie il piede e poteva dare l’impressione di aver fatto fallo ma Motta è completamente estraneo e passivo dinanzi la caduta di Balotelli, simulatore e poi maleducato, segna e si rivolge in maniera meschina e provocatoria al settore dei tifosi giallorossi, Panucci cerca di riprenderlo e lui fa il verso e la linguaccia, roba da pazzi, perchè pochi minuti dopo il suo allenatore Josè Mourinho, parla di atteggiamento naif dei suoi, di fair play, bugiardo e falso, grande provocatore, si Mourinho è un provocatore, l’Inter si ritiene una società seria ed onesta, macchè, un’altra società avrebbe redarguito il calciatore e l’allenatore, perchè se un fatto di questo succedeva in altra squadra che non fosse nerazzurra, sarebbe stato messo in croce l’allenatore e il calciatore all’inferno. Vertici svegliatevi, Moggi illecitamente aveva fatto in quella maniera, chissà se Moratti si è creato un sistema tutto suo e particolarmente invisibile, del resto di intercettazioni sono maestri e difficilmente loro possono essere spiati. L’ennesimo errore in Inter-Roma, seguito dalle parole di Daniele De Rossi, scene da libro cuore, frasi toccanti, forti, perchè anche se la vittoria ci è stata tolta ma essere romanisti oggi è ancora più bello.

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ROMA DEFRAUDATA

Roma defraudata, la solita vergogna a San Siro

Inter-Roma, l’ennesimo atto di un copione già visto. La Roma incanta ed ipnotizza l’Inter, nerazzurri in balia dei giallorossi, l’arbitro di turno Rizzoli come Rosetti, aiuta l’Inter, assegnando un rigore inesistente e dando una spinta alla rimonta nerazzurra. Spalletti mette in campo una Roma dignitosissima, il primo tempo dei giallorossi è da spot per il calcio, giocano a memoria, incantano San Siro ed escono alla fine del primo tempo con gli onori. Spalletti ha dato lezione di calcio al collega Mourinho, che potrà dire tutto ma se parliamo di calcio, la Roma gli ha rifilato un lezione d’altri tempi. Nella ripresa Roma e Inter si equivalgono, l’Inter è chiaramente aiutata e spinge un pò di più, le grandi occasioni sono sempre per i giallorossi di Spalletti, fino alla fine la Roma tenterà la via del goal, De Rossi dopo un controllo da cineteca, spreca di sinistro, se avesse fatto il goal del 4-3, non oso immaginare quello che poteva accadere alle mie coronarie, la Roma meritava la vittoria, questa è una certezza, un fatto tecnico che è giusto da evidenziare, la Roma ieri sera a San Siro meritava la vittoria. Non è stata rocambolesca come i suoi avversari, ha giocato palla a terra, ha fatto una grande partita, Spalletti ha vinto il confronto con Mourinho, Rizzoli è stato protagonista in negativo, la Roma non ha vinto perchè l’episodio principe della gara è stato a favore dell’Inter, rigore clamorosamente concesso, Balotelli ha simulato, la prova tv spero che lo mandi a casa, il suo comportamento irriverente e poco sportivo, Mourinho parla di naif, ma mi faccia il piacere, nessuno ha il coraggio di rispondere per le rime, ad un falso ed ipocrita, un mezzo pagliaccio, un addetto ai lavori che provoca e nessuno gli risponde, tranne Luciano Spalletti, del resto neanche a noi piace essere presi per coglioni e caro Mourinho cerca di non sbagliare più a parlare, noi siamo la Roma tu non sei nessuno.

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Non semo piagnoni, ma manco fregnoni

Non semo piagnoni, ma manco fregnoni

"Non semo piagnoni, ma manco fregnoni". E' lo striscione di protesta dell'Airc (Associazione Italiana Roma Club) esposto durante Roma-Palermo. Il messaggio fa riferimento alle sviste arbitrali che hanno danneggiato la squadra di Spalletti in questa stagione. Ultimo, eloquente, caso la partita di coppa Italia persa (non per demeriti della Roma) contro l'Inter per gli errori del fischietto Orsato.


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LA JUVE SIETE VOI

LA JUVE SIETE VOI

STEFANO PETRUCCI
Ora che tutto è finito, resta ancora più difficile far sbollire l’incazzatura. La partita l’avete vista, sapete tutto. Sapete anche che, ora, ci sarà chi canterà la resurrezione interista, la rinascita di Adriano, la spietata concretezza di Ibrahimovic. Noi, invece, cantiamo solo la rabbia contro lo schifo di Orsato, anzi contro l’Orsato di Schifo e tutto quello che l’ennesimo arbitro inguardabile incarna, all’interno di un sistema non da rifondare, ma possibilmente da azzerare del tutto. Stabilito che la formula della Coppa Italia elaborata dai cervelloni della lega, poveri noi, fa schifo almeno quanto Orsato, perché non cambiarle anche il nome? Perché, ad esempio, non chiamarla direttamente Coppa Inter oppure, riecheggiando il ricco triangolare intitolato a Berlusconi, trofeo Moratti?
Per carità, a leggere il tabellone sapientemente studiato per quest’obbrobrio di torneo anche i meno avvertiti si saranno resi conto da tempo che il sogno palese degli organizzatori era quello di confezionare una bella finale Inter-Juventus. Antonio Matarrese, bontà sua, l’ha quasi ammesso, spiegando con la consueta leggerezza che si era fatto in modo di evitare la ripetizione del confronto finale tra Inter e Roma.
    L’ennesima puntata della sfida infinita stavolta si è consumata in effetti nei quarti, novanta minuti secchi salvo appendici, ma a evadere senza troppi scossoni la pratica ha provveduto con puntualità la banda Collina-Gussoni, incarnata ieri notte dall’orrida quaterna guidata da Orsato. Sta di fatto che sull’erba fradicia di San Siro, come già un anno fa in campionato, auspice Javiér Rosetti, non ha vinto la squadra che ha giocato meglio, ma la più protetta, la più sostenuta, la più incoraggiata dai fischi per fiaschi del signore chiamato sulla carta a far rispettare il regolamento. Era netto il fallo da rigore di Burdisso su Vucinic, vera svolta del match: fosse stato concesso, come doveva, quanto meno l’Inter non sarebbe passata sull’1-0 sull’immediato rilancio dell’azione. Ed erano altrettanto netti i fuorigioco di Samuel, che ha invece potuto incornare indisturbato a pochi metri dal guardalinee Pirondini, e di Maicon, avanti a tutti sulla traiettoria della respinta di Artur, nella fasullissima percussione che ha innescato il nuovo, decisivo vantaggio interista.
    Ha sbagliato anche la Roma, per carità. Dormita collettiva della difesa – Juan e soprattutto Riise a russare più degli altri – sul gol di Adriano, lanciato a rete addirittura da un lungo rilancio di Toldo; nessuna reattività sulla ribattuta di Ibrahimovic per il 2-1, dopo la grande opposizione di Artur allo stacco di Samuel.  E, ad essere pignoli e severi fino in fondo, qualche mollezza di troppo anche in attacco, consueta sfiga nei rimpalli a parte, laddove sarebbe magari servita qualche  bastonata in più, piuttosto che i tocchi di fioretto cui tendono a indulgere sempre Vucinic e soci. Ma non c’è confronto, siamo seri, tra il peso degli errori della splendida pattuglia di Spalletti, a lungo padroni assoluti del campo, e quelli commessi impunemente da Orsato e dai suoi orridi collaboratori. Sono stati loro, molto più di Adriano e Ibrahimovic, che ora qualcuno celebrerà come eroi della prima vittoria nerazzurra nel 2009, a spalancare di fatto ai milionarios di Moratti l’autostrada verso la finale del 13 maggio, nel nostro Olimpico (in semifinale troveranno la Samp, capirai).
    Diamo così addio alla stella d’argento, almeno per quest’anno. Ma lasciamo il torneo di cui ci sentivamo legittimamente padroni con più rabbia che rimpianto. Pensiamo al campionato, alla durissima trasferta di Napoli, agli ottavi di Champions che cominciano a profilarsi all’orizzonte. Ma pensiamo anche a difendere i nostri diritti, la qualità della nostra squadra, l’orgoglio dei tifosi che pure ieri hanno fatto sentire con forza la loro voce, nella tana semideserta della squadra che ci ha già beffati senza merito nella volata-scudetto di pochi mesi fa. Ci pensi Rosella Sensi, urlando in pubblico come avrebbe fatto suo padre Franco o semplicemente sussurrando la sua doverosa protesta nella stanza dei bottoni, che può frequentare di diritto – non dimentichiamolo mai – quale vice presidente vicario della stessa lega che ha costruito la buffonata della Coppa Inter prima e quella di ieri sera poi. Di qui a fine stagione ci sono altri traguardi da inseguire, alcuni addirittura fondamentali per il nostro futuro: vorremmo tanto provare a centrarli senza trovarci altri Orsato tra i piedi.
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inter roma coppa italia 21-01-2009

inter roma coppa italia 21-01-2009

La Coppa Italia va via in una serata amara per la Roma in terra di briganti interisti, un signorotto, tale Orsato, giovane arbitro, varrà ancora l’adagio come ai tempi di Moggi, che il giovane arbitro agli inizi della carriera non deve mettersi contro chi comanda, altrimenti carriera rovinata sul nascere, consapevole di questa filosofia di un sistema corrotto, sempre e comunque, ci mette del suo per togliere la vittoria alla Roma e consegnarla nelle mani di un Inter, poco superiore di quella apprezzata da tutti a Bergamo, ma che ha avuto nei momenti topici della gara quelle pedate nel sedere da parte di Orsato che hanno, prima del vantaggio di Adriano, incoronato imperatore per una mezza partita fatta, da stampa e giornalisti, quando si tornerà ad avere direttori responsabili veri professionisti, negato a Vucinic un rigore più evidente di quello famoso Ronaldo-Iuliano, e poi nella ripresa dopo il meritato pareggio di Taddei, non annulla il goal di Ibrahimovic, altro beatificazione del popolo dei giornalisti, Mexes killer e Zlatan il calciatore pulito ed onesto massacrato dal terribile difensore francese, il fuorigioco di Samuel era più netto e più evidente di quanti altri episodi sui quali l’Inter ha costruito le proprie fortune. Si, proprio così! L’inter è uscita da calciopoli come vittima del sistema Moggi, esisteva un altro sistema quello di Moratti, le intercettazioni sono una piccola parte, che è rimasto al calduccio, bello e pulito senza che nessuno l’abbia tirato in ballo. Questo sistema ha tolto il portaombrelli dalle mani di chi inseguiva la stella, senza contare che certi fessacchiotti, come credete voi di farci apparire, hanno una mente per pensare e un cuore per tifare, e saremo sempre qui a sostenere la squadra che amiamo, Forza Roma sempre comunque e contro chiunque, sistemi marci e corrotti compresi.

Il calcio è uno sport nobile e dagli atteggiamenti in campo degli atleti, si può capire anche la vita privata e la famiglia di queste persone che scendono in campo in qualsiasi ruolo. Stò parlando dei guardalinee e sopratutto dell’arbitro Orsato che ieri ha messo in luce la sua vita famigliare ed abbiamo capito, senza ombre di dubbio di chi è figlio………è un emerito figlio di……..una classe arbitrale corrotta e suddita di quel sistema che non è morto, forte con i deboli e deboli con i forti, una classe arbitrale che nonostante capeggiata da Collina, uno degli arbitri italiani migliori in assoluto, non recepisce la buona dottrina. Le sviste di ieri sono clamorose, segno che l’Inter doveva vincere per cancellare la brutta sconfitta contro l’Atalanta di Domenica scorsa. Un rigore che più netto non può esistere, un gol, il secondo, viziato da un fuorigioco che non si è voluto vedere, dal canto suo l’Inter ha giocato bene, ha colpito una traversa ha pressato bene il centrocampo, ma la Roma ha fatto una partita bellissima, ha giocato come nei vecchi tempi ed ha messo in difficoltà, la stratosferica Inter dei multimilioni di euro, schiacciandola alcune volte nella propria area. Io penso vivamente che l’Inter non ha bisogno di questo per vincere, perchè il valore della squadra la si vede in campo, invece quella che poteva essere una buona partita, è stata rovinata dalla pochezza degli uomini inetti, senza palle e senza orgoglio umano, servi del potere e viscidi come vermi vestiti di giallo fuorescente. "La Roma è stata grande, e forse meritava di più" sono queste le parole Spalletti replica all’intervista di fine partita e noi siamo con lui, non siamo stati inferiori ed oltre alla sconfitta, dobbiamo essere soddisfatti della partita di ieri e se questo è il preludio, penso vivamente che andremo oltre il 4°posto, ma non dobbiamo mai adagiarsi sugli allori. Con un Vucinic ritrovato ed una Bestia consacrata, Mastrolindo ha messo in campo una buona formazione, con Cichino che spaziava avanti ed indietro, un Juan che con Mexes molto nervoso pasticciano un pò in occasione del primo gol di Adriano, ma è pur vero che il difensore brasiliano della Roma aveva ricevuto il Giallo al primo fallo dopo 2 minuti di gioco. Un Taddei sempre utile sia per i gol ma anche in copertura, ma ancora non ha i 90min sulle gambe. Insomma non c’è da ricriminare nulla e se giochiamo così non ce n’è per nessuno. Missione compiuta quindi, per noi che abbiamo ritrovato la forma, per Orsato che avrà ricevuto i complimenti del presidente neroazzurro e per l’Inter che forse quest’anno vincerà solo la coppa Italia.
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INTER: LA JUVE SIETE VOI

LA JUVE SIETE VOI Nello specifico - A San Siro la Roma gioca alla pari con i nerazzurri ma viene penalizzata dallo scandaloso arbitraggio di Orsato e dei suoi assistenti. L’azione del vantaggio nerazzurro di Adriano nasce da un rigore non concesso per fallo su Vucinic (che viene anche ammonito!), il gol decisivo, dopo il pareggio di Taddei, è viziato da un netto fuorigioco di Samuel. Rodrigo: «Sono 4 anni che va così» Spalletti: «Non meritavamo di perdere». Rosella Sensi: «All’Inter non serve vincere in questo modo»
IL CORRIERE DELLO SPORT: ROVINANO ANCHE LA COPPA
Nello specifico – Inter-Roma 2-1: Gol decisivo in netto fuorigioco. Arbitro e guardalinee incidono più di Adriano, Taddei e Ibra. Rigore negato a Vucinic, poi Inter avanti. Dopo l’1-1 la rete irregolare che manda Mourinho in semifinale (sfiderà la Samp che ha vinto a Udine ai rigori)
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SPALLETTI

QUESTO SILENZIO ASSORDANTE
22.01.2009 Il silenzio al Meazza è assordante. Non stiamo parlando di quei mille tifosi giallorossi che, finita la partita, hanno dovuto aspettare la mezzanotte per uscire dallo stadio, guardando fisso il campo di gioco, teatro ancora di furti – chiamiamolo con il loro nome – a favore dell’Inter. Questo silenzio assordante è degli organi di informazione che subiscono di riflesso, come lo stesso arbitro Orsato, anche loro la sudditanza psicologica. “L’Inter non ha bisogno di questi aiuti”, esclama con tono deciso la presidentessa Rosella Sensi; lo stesso fa intendere Luciano Spalletti, che appoggia pienamente le parole del numero uno giallorosso.
Perché non si parla più del rigore netto sullo zero a zero negato a Mirko Vucinic? Perché non si evidenzia il fuorigioco di Samuel sul gol di Ibrahimovic? Perché non si dice che se l’Inter non avesse usufruito di questi evidenti aiuti – e questa volta andiamo più sul soft – non avrebbe vinto la partita? Perché, perché, perché… Domande a cui non avremo mai risposta. O forse sì, ce l’abbiamo. Lo scorso anno ci siamo visti scippare uno scudetto da sotto il naso che avremmo meritato sul campo. A voi la conclusione.
Questa mattina, facendo la consueta rassegna stampa, vediamo solamente “Il Romanista” e “Il Corriere dello Sport” tra i quotidiani che si schierano verso un calcio più pulito, non quello di ieri sera al Meazza. La stampa asservita al potere è come la classe arbitrale che subisce la sudditanza psicologica. Non si scappa da questo. Un giochino che abbiamo più volte rivisto, proprio come hanno detto Taddei e Pizarro al termine del match
“Non significa piangere, ma rendersi conto che questi errori accadono sempre contro di noi”, commenta il cileno. Parole che mai hanno reso il significato come questa volta. La Roma è uscita a testa alta dallo scempio di ieri sera, mentre qualcuno si diverte a dire che l’Inter è uscita dalla crisi. Se i nerazzurri dovranno essere i futuri campioni d’Italia, il calcio italiano, allora, sta proprio messo bene…

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VERGOGNA!!!!!!!!

QUESTO SILENZIO ASSORDANTE
22.01.2009 Il silenzio al Meazza è assordante. Non stiamo parlando di quei mille tifosi giallorossi che, finita la partita, hanno dovuto aspettare la mezzanotte per uscire dallo stadio, guardando fisso il campo di gioco, teatro ancora di furti – chiamiamolo con il loro nome – a favore dell’Inter. Questo silenzio assordante è degli organi di informazione che subiscono di riflesso, come lo stesso arbitro Orsato, anche loro la sudditanza psicologica. “L’Inter non ha bisogno di questi aiuti”, esclama con tono deciso la presidentessa Rosella Sensi; lo stesso fa intendere Luciano Spalletti, che appoggia pienamente le parole del numero uno giallorosso.
Perché non si parla più del rigore netto sullo zero a zero negato a Mirko Vucinic? Perché non si evidenzia il fuorigioco di Samuel sul gol di Ibrahimovic? Perché non si dice che se l’Inter non avesse usufruito di questi evidenti aiuti – e questa volta andiamo più sul soft – non avrebbe vinto la partita? Perché, perché, perché… Domande a cui non avremo mai risposta. O forse sì, ce l’abbiamo. Lo scorso anno ci siamo visti scippare uno scudetto da sotto il naso che avremmo meritato sul campo. A voi la conclusione.
Questa mattina, facendo la consueta rassegna stampa, vediamo solamente “Il Romanista” e “Il Corriere dello Sport” tra i quotidiani che si schierano verso un calcio più pulito, non quello di ieri sera al Meazza. La stampa asservita al potere è come la classe arbitrale che subisce la sudditanza psicologica. Non si scappa da questo. Un giochino che abbiamo più volte rivisto, proprio come hanno detto Taddei e Pizarro al termine del match
“Non significa piangere, ma rendersi conto che questi errori accadono sempre contro di noi”, commenta il cileno. Parole che mai hanno reso il significato come questa volta. La Roma è uscita a testa alta dallo scempio di ieri sera, mentre qualcuno si diverte a dire che l’Inter è uscita dalla crisi. Se i nerazzurri dovranno essere i futuri campioni d’Italia, il calcio italiano, allora, sta proprio messo bene…

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CENTENARIO INTER

"La Roma meritava lo scudetto". Le parole di Maria Sensi, intervenuta questa mattina in diretta radiofonica a "Te la do io Tokyo" celebre trasmissione del grande Marione. Per fare un breve bilancio di fine anno: "Il 2008 non è stato positivo, nè per la famiglia e neppure per la squadra. La Roma meritava lo scudetto, un regalo anche per il suo presidente Franco Sensi. C’era un centenario da onorare e da rispettare, però. Così è stato"
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BAH!

Era già tutto previsto.
Senza voler fare inutili moralismi, in una società dove si vota per Galliani, si dimenticano i torti di Moggi, si accettano prebende da Carraro, non c'era più posto per Franco Baldini e la sua voglia di un calcio migliore.
Per questo dico che forse la cosa più triste, in questo momento, non è l'addio, purtroppo annunciato, di un grande dirigente che rimpiangeremo sicuramente, ma il comunicato, fatemelo dire, ingrato, con cui la società ha «preso atto» delle dimissioni di un suo «consulente di mercato».Un tentativo goffo e maldestro di provare a ridimensionare il vero ruolo 
avuto in questi anni da Baldini. Che è stato sì assunto da Franco Sensi come «consulente sportivo», ma con 
un accordo che lo trasformava in «direttore sportivo» non solo di fatto nel momento in cui avesse sostenuto il relativo esame di abilitazione. Una pratica regolarmente sbrigata nel febbraio scorso.
Ma i cavilli non contano in giorni come questi. Franco Baldini per la Roma è stato molto di più anche di un direttore sportivo: è stato al fianco del presidente nella sua formidabile e ormai antica battaglia contro i padroni del pallone; è stato l'orgoglio di sapere che noi avevamo uno come lui e non uno come Moggi a rappresentarci in quel mondo; e infine, come Zeman, è 
stato la speranza di un calcio migliore e che qualche cambiamento potesse partire proprio da qui, dalla Roma.
Altro che «consulente di mercato» come qualche gazzetta di Trigoria aveva iniziato a scrivere sotto dettatura da qualche mese.
Del resto l'opera di delegittimazione che ha portato alle dimissioni di ieri pomeriggio, parte da lontano. Alcuni la fanno iniziare dalla misteriosa vicenda dei russi, che un anno fa sbarcarono in città pronti a comprarsi una società, la Roma appunto, sull'orlo del fallimento, e dopo qualche settimana scapparono senza una spiegazione ufficiale. Sarebbe bello un giorno fare chiarezza su quello che accadde: si sa però che Baldini quell'operazione l'aveva molto caldeggiata e qualcuno glielo rimproverò.
Altri fanno risalire la prima crepa al famoso, o famigerato, pranzo in Campidoglio apparecchiato in estate dal sindaco per Rosella Sensi e il suo pari grado juventino Antonio Giraudo all'insaputa di Baldini. A rivederlo oggi, quell'incontro semiclandestino, sembra la prova generale per la svolta che poi la società farà in autunno.
Ma senza voler andare tanto lontano c'è una data certa a cui far risalire le prime vere difficoltà di Baldini con la Roma: il 31 agosto. A villa Pacelli è riunito come ogni mese il consiglio di amministrazione che deve approvare la situazione del bilancio della società come richiesto dalla Consob. Quel giorno è anche l'ultimo giorno di mercato e Baldini, sfumati per mancanza di soldi gli acquisti di Gilardino e Ibrahimovic, caldeggia l'arrivo dell'egiziano Mido, giovane di belle speranze. Costa sei milioni di euro: non tutti sono d'accordo, anzi, ma alla fine la linea Baldini passa e Mido arriva. Visti i risultati (e l'insperata resurrezione di Montella) per Baldini è un autogol, anche perché da Torino i nuovi amici bianconeri sussurrano che l'egiziano si poteva prendere anche in prestito gratuito, risparmiando i sei milioni.
Questo era il clima già all'inizio di quello che si rivelerà come l'ultimo campionato di Baldini alla Roma. Ma il direttore sportivo incassa e tira dritto anche perché la Roma va a pezzi: va via Prandelli e lui corre a far firmare Voeller; dopo un mese anche il tedesco fa le valigie, Baldini ha per la prima volta la tentazione di imitarlo ma invece sale su un aereo e incontra Delneri convincendolo a venire a Roma. Intanto la sua ultima campagna acquisti finisce nel mirino di critica e tifosi (solo oggi sappiamo che Mexes non era una bufala...).
Ma è sul fronte politico, sulla visione del calcio e sul ruolo della Roma, che si apre la crepa decisiva.
Il fatto è questo. E' una mattina di ottobre: all'Hilton di Fiumicino sono riuniti gli stati generali del calcio. A sorpresa spunta anche Franco Sensi, al suo fianco, come sempre, Franco Baldini. Di quel giorno passeranno alla storia due scene: nella prima Baldini cerca letteralmente di tirar via lo stanco presidente dall'abbraccio tentacolare di Luciano Moggi che ha appena finito di giurare che lui non ce l'ha mai avuta con la Roma; nella seconda Sensi annuncia che la guerra è finita anticipando a un nostro cronista che «la Roma voterà Galliani», quello che lui, solo qualche mese prima aveva pubblicamente mandato affanculo.
Per Baldini quella svolta non è una vera sorpresa: la temeva da qualche mese, da quando Mediaset, si dice per intercessione dello stesso Galliani, ha firmato un importante contratto per i diritti tv della Roma (così importante che solo grazie a quello la società ha potuto chiudere l'ultima relazione semestrale con un attivo di 14 milioni e rotti di euro).
Ma fino all'ultimo, fino a ieri sera, il diesse ha sperato di poter convincere il presidente e la figlia che questa strategia condanna la Roma ad essere per sempre vassalla della grandi. E' questo il punto vero su cui si è consumato il divorzio: per la famiglia Sensi oggi la Roma sta nel posto che le compete, fra i grandi club con Juve Milan Inter e Lazio; per Baldini invece, fino a quando le risorse saranno distribuite in maniera ingiusta, gli arbitri saranno condizionati dal potere e i giornalisti subiranno la sudditanza psicologica dei soliti noti, la Roma non vincerà mai più. Per questo Baldini si danna e passa l'autunno e l'inverno a tentare di convincere la Roma a riprendere in mano la spada del cambiamento. Per questo a fine ottobre fa una prima mossa forte: si dimette. Ma quel giorno il presidente in persona lo chiama e gli chiede di restare: alla fine ne esce un comunicato che assolve il calciomercato estivo e ridà piena fiducia al ds.
Ma quel clima dura poco: il tempo di vedere per l'ultima volta assieme in conferenza stampa Baldini con Rosella Sensi il giorno dell'annuncio del mega contratto con Sky e del rinnovo per Daniele De Rossi. «Grazie Franco» dice lei, «no, grazie all'amministratore delegato» fa lui. Ma la crisi è di nuovo dietro l'angolo e per Baldini la strada è tutta in salita. Delneri spera di sostituirlo con il suo amico del Chievo Sartori, alcuni big della squadra gli voltano le spalle, e Rosella giorno dopo 
giorno gli preferisce Daniele Pradè, un dirigente diligente, obbediente e sempre più presente: nella riunioni di Lega come nelle occasioni con i tifosi e nei vertici strategici a villa Pacelli.
Baldini si rifà vivo il 5 gennaio, con una clamorosa intervista contro i padroni del calcio che gli costerà un deferimento, una multa di 2500 euro e l'eterna gratitudine di tanti romanisti per la boccata di ossigeno di quelle parole. Ma più i tifosi lo amano, più cala il gradimento per Rosella Sensi, ingiustamente considerata l'unica artefice della svolta.
Fatto sta che Baldini alla prima occasione, la presentazione di Abel Xavier, prende la parola e dice ai tifosi «non applaudite me ma osannate la famiglia Sensi, solo a loro dobbiamo questa grande Roma».
L'ultimo, inutile, tentativo di recuperare un rapporto logoro.
Baldini viene accantonato e pubblicamente scaricato: in occasione di Roma Juve, viste le timide reazioni dell'amministratore delegato e dell'allenatore al furto dell'Olimpico, avrebbe occasione di farsi sentire. Ma rinuncia per non far danni alla Roma.
La domenica seguente la Roma perde anche a Cagliari. Sull'aereo del ritorno, mentre Delneri sta dando le dimissioni, Rosella gli ordina di partire la mattina seguente per Zurigo per seguire una causa. Baldini ribatte che c'è un allenatore da scegliere. Inutile.
L'intervista tv alla Dandini di domenica sera sembra il suo addio al calcio: in realtà è l'ultimo tentativo di cambiare le cose a tre giorni dal voto per Galliani in Lega. E quando mercoledì mattina il "compromesso storico" sembra saltato per un attimo si illude «di essere servito a qualcosa».
Ma in cuor suo sa che è solo una questione di soldi e di poltrone.Alle 17, quando i presidenti di A e B votano Galliani e Zamparini, lui è già a Trigoria che mette le sue cose in un paio di scatoloni.
Ieri chiede di incontrare il presidente e la figlia: dopo un'ora abbondante di anticamera lo riceve solo Rosella.
Chi la conosce dice che tradisse un evidente fastidio. Baldini prova a parlare, vorrebbe vedere anche il presidente, capisce che è tutto inutile.
Consegna la lettera di dimissioni. Lei dice «ne prendo atto», lo ripete tre volte.
In fondo era solo un «consulente di mercato».
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ADRIANO



Adriano - Colpisce un palo e sbaglia tutto il resto. Negli occhi ci restano le sue braccia alzate per chiedere il rigore. Se un gesto cosÏ lo fa in Inghilterra, lo fischiano in tutti gli stadi.
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INTERCETTAZIONI


(AS_ROMA | 20/04/2007) - La Juventus si era interessata a Mancini, il giocatore brasiliano della Roma, non solo nell'estate 2005 (quando ci fu, negli ultimi giorni di agosto a Milano, l'incontro tra il calciatore, i suoi procuratori e i dirigenti bianconeri), ma anche l'anno prima, come conferma un'intercettazione del settembre 2004, pubblicata oggi dal quotidiano di Torino, "La Stampa". La conversazione Ë tra Mino Raiola, procuratore sportivo, e Luciano Moggi, allora direttore generale della Juventus. Circa un mese prima di quella telefonata, un altro brasiliano, Emerson, passÚ dalla Roma alla Juventus.

Raiola: ´Allora, stai a sentire, Mancini Ë stato due giorni con Emerson a Torino, il 31 luglio, mi sembra... Gli abbiamo fatto vedere Torino, gli abbiamo detto, gli abbiamo parlato... Anche Emerson ci ha parlato... Ma lui non se la sentiva di venire a Torino, ha paura, non si sente pronto e tutte queste cose qui... Quindi non Ë roba nostra. Non Ë uomo!ª.
Moggi: ´Glielo ha detto a Emerson?ª.
Raiola: ´Luciano, senti, ma meglio cosÏ. Ce ne abbiamo uno meglio su quella fascia lÏ, non ti preoccupare. Mo' adesso comincio a far fare un casino a Mido, non ti preoccupare, te la distruggo io la Romaª.
Moggi: ´Va bonoª.
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FAVORI ARBITRALI INTER

FAVORI ARBITRALI INTER STAGIONE 2007/2008

Ne ho una aggiornata però solo fino alla 25a.

2a giornata:
EMPOLI-INTER 0-2 (+2 punti)
Arbitro: Ayroldi
Sullo 0-1 manca un rigore per l'Empoli. Saudati Ë messo gi˘ prima da Samuel, poi soprattutto da Cordoba che gli d‡ un'ancata. Giudicato involontario un mani di Samuel su tiro di Saudati: sÏ, la distanza Ë ravvicinata. Attento l'assistente Romagnoli sullo 0-2: Ibrahimovic servito da Cesar Ë in posizione regolare.

11a giornata:
JUVENTUS-INTER (+1 punto)
Arbitro: Rocchi
Dopo due minuti Rocchi richiama Legrottaglie autore di un fallo su Cruz. Al quinto, episodio chiave: Del Piero controlla in area spalle alla porta marcato da Cordoba che usa entrambe le mani per ostacolarlo. In particolare quando il bianconero prova a girarsi per calciare, il difensore lo cintura con il braccio sinistro. Ci poteva stare il rigore.

12a giornata (recuperi)
INTER-LAZIO (commento dal Corriere dello Sport)
Arbitro: Damato
Altro rigore molto generoso che serve a schiodare lo 0-0. Angolo per l’Inter, Burdisso in area cerca la posizione spostandosi in direzione del pallone, davanti a lui c’Ë Stendardo, i due si tengono reciprocamente, poi finiscono a terra. L’arbitro sulle prime non assegna il rigore, poi il guardalinee De Santis gli suggerisce qualcosa con l’auricolare.

13a giornata
INTER-ATALANTA 2-1 (+2 punti)
Arbitr: Banti
Non convince Banti: convalida un gol irregolare ed Ë insicuro nella gestione dei cartellini. Da annullare il 2-0 dell’Inter: Cruz, infatti, sul tiro-cross di Suazo si libera di Carrozzieri con una plateale spinta. L’argentino puÚ cosÏ riprendere la respinta del palo in assoluta libert‡ e segnare. Nella ripresa Ë da giallo l’intervento di Samuel su Doni, ma l’arbitro sorvola. Al 16’ Manfredini, in netto ritardo, fa letteralmente volare Suazo con un tackle duro. Banti ci pensa e poi mostra il giallo: ci stava il rosso diretto. Non c’Ë fallo di Maxwell su Ferreira Pinto al 41’, Inzaghi vuole il rigore ed Ë ammonito. Al 42’ Carrozzieri meriterebbe il secondo giallo per un fallo su Ibra che a sua volta chiede platealmente l’ammonizione: non si puÚ fare, graziato lo svedese che Ë diffidato. Eccessiva, infine, la seconda ammonizione a Inzaghi che colpisce sullo slancio Julio Cesar in uscita.

15a giornata
INTER-TORINO 4-0
Arbitro: Saccani
Il Torino contesta l’arbitro per il rigore fischiato in favore dell’Inter al 37'. Comotto interviene su Ibrahimovic con l’anca destra, poi con il sinistro tocca il pallone. Rigore generoso che serve a sbloccare lo 0-0.

18a giornata
SIENA-INTER 2-3 (+2 punti)
Arbitro: Girardi
Non c’Ë il rigore che d‡ lo 0-1 all’Inter. Su uno spiovente cercano di intervenire con la gamba allungata sia Cruz sia Codrea, quando si verifica l’impatto Ë pi˘ l’argentino ad andare verso l’avversario. Ma l’errore Ë nella diversit‡ di metro adattata da Girardi: nel finale PelË rincorre Locatelli che lo anticipa sul tocco al pallone e subisce un tocco leggero dall’interista. L’arbitro non fischia rigore per un intervento che sarebbe un po’ pi˘ chiaro del primo.

19a giornata
INTER-PARMA 3-2 (+3 punti)
Arbitro: Gervasoni
Intervento di foga di Cordoba che frana su Corradi: i due si trattengono, poi quando arriva la palla l'interista si butta sull'attaccante che cerca di colpire di testa: rigore, non dato. Tiro di Ibra, Couto si lancia per deviare di testa, colpisce effettivamente con la fronte e poi la palla gli schizza sul polso del braccio tenuto in posizione naturale per effetto della spinta. Quindi la palla va fuori. Gervasoni dopo aver sentito il guardalinee Lanciano d‡ rigore ed espelle Couto per la chiara occasione da gol. Scambiano la testa con il mani, altrimenti non prenderebbero questa scelta: conta la volont‡ di andare di testa, non c'Ë alcuna intenzione di toccare con la mano. Ibra segna il 2-2 e rischia dando un buffetto a Dessena.

21a giornata
INTER-EMPOLI 1-0 (+2 punti)
Arbitro: Tagliavento
Errori in serie per l’internazionale di Terni. Il pi˘ grave dopo 33 minuti, quando Ë fischiato un rigore inesistente all’Inter: il tiro di Stankovic Ë respinto da Vannucchi con l’orecchio. Al 38' il rigore per l’Empoli Ë netto: Materazzi in ritardo colpisce la gamba di Saudati (dentro l’area).

22a giornata
CATANIA - INTER 0-2 (+2 punti)
Arbitro: Farina
Il Catania resiste un tempo e mezzo, ma sul primo gol dei nerazzurri pesa la posizione irregolare dell'argentino: su un cross da sinistra Zanetti pesca Cambiasso (in fuorigioco) giusto davanti alla porta.

25∞ giornat
INTER - ROMA 1-1 (+1 punto)
Arbitro: Rosetti
Nel secondo tempo, Burdisso, gi‡ ammonito, commette un fallo omicida su Taddei, l'arbitro perÚ clamorosamente non estrae il secondo giallo che avrebbe portato all'espulsione del nerazzurro; all'82' l'arbitro usa un metro di giudizio diverso(chiss‡ perchË...): fallo leggero di Mexes su Crespo (che tra l'altro simula un po') e l'arbitro estrae per il francese il secondo giallo che costringe la Roma in 10.

TOTALE PUNTI GUADAGNATI: 14

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