È ufficiale: la Juve di Vialli, Del Piero e Ravanelli era dopata!
È ufficiale: la Juve di Vialli, Del Piero e Ravanelli era dopata!
La Corte di Cassazione scrive la parola fine al vergognoso feuilletton: Giraudo e Agricola sono colpevoli, la Juve vinse 3 scudetti, 1 Champions e 1 Intercontinentale barando, ma non viene punita per prescrizione del reato
Peruzzi; Ferrara, Vierchowod, Torricelli, Pessotto; Conte (Jugovic dal 43’), Paulo Sousa (Di Livio dal 57’), Deschamps; Del Piero, Vialli, Ravanelli (Padovano dal 67’). Allenatore: Lippi. Ricordate questa formazione? È la Juventus che il 22 maggio 1996 vinse la prima e unica Champions League della sua storia (su quella dell’Heysel, meglio stendere un velo pietoso) battendo in finale a Roma, ai calci di rigore, l’Ajax di Van Gaal, Van der Sar, Davids e Litmanen. Giocatore più, giocatore meno, è lo stesso squadrone che dal ’94 al ’98 – nell’era del “Lippi-1” – sbaragliò il campo in Italia vincendo 3 scudetti su 4: nel 94-95 (il 23˚), nel 96-97 (il 24˚) e nel 97-98 (il 25˚). Ebbene: per chi si fosse perso l’ultima puntata del romanzaccio brutto del Processo-Doping alla Juve retta, già allora, dai signori Moggi, Giraudo e Bettega, con il rampante Lippi in panchina, telenovela che in questi giorni ha visto scrivere, finalmente, la parola FINE, la notizia è: QUELLA JUVE ERA DOPATA.
Al di là di ogni ragionevole dubbio, la Corte di Cassazione ha stabilito, nero su bianco, in data 29 maggio 2007, che la Juventus di Lippi e del dottor Agricola, la Juventus del fantastico tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli (forse la più bella Juve degli ultimi 20 anni), attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci”, in pratica dopando i giocatori sia con sostanze proibite, sia somministrando farmaci leciti su atleti sani in modo immotivato. Unico fatto non provato: la somministrazione di eritropoietina (Epo). In pratica, la Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus, nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89. Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta lo scorso 1 aprile 2007 – la Juve, pur colpevole, non può più essere punita.
Ma c’è di più. Secondo i giudici della Corte di Cassazione, anche i giocatori (citiamo testualmente) “non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società. In pratica, è difficile credere – così almeno pensano i giudici – che le pratiche-doping del dottor Agricola, così lunghe, sistematiche e pesanti, siano state portate avanti senza che i giocatori si rendessero conto di quanto stava loro accadendo. E insomma, delle due l’una: o quella Juventus era una squadra di giocatori tonti, al limite dell’insufficienza mentale, che non si accorgevano di essere vittime di spericolati e scriteriati trattamenti medici, da Peruzzi a Vialli, da Ferrara e Paulo Sousa, da Deschamps a Del Piero; oppure l’allegra combriccola dei giocatori juventini, quelli che sfilarono tremebondi in tribunale balbettando tanti “non ricordo”, era complice, e consenziente, delle sconsiderate pratiche di Agricola & Company.
Proprio questa, a nostro avviso, è la novità vera che i giudici della Corte di Cassazione hanno introdotto nelle loro motivazioni. A questo punto, gli sportivi italiani (e perché no?, anche i tifosi juventini) si attendono una netta, precisa e chiara presa di posizione da parte dei campioni bianconeri di allora: Vialli e Del Piero, Ravanelli e Di Livio, Ferrara e Paulo Sousa devono spiegare, appunto, se ai tempi in cui la Juventus li dopava – com’è ormai accertato e stabilito – loro sapevano ed erano consenzienti, oppure no: nel qual caso, sono stati vittime di spericolati trattamenti, cavie di immorali esperimenti, che non avevano alcuna giustificazione medica e che hanno messo a grave repentaglio la loro salute e la loro vita (a proposito: siamo proprio sicuri che tra la gratuita e sistematica somministrazione di anti-depressivi praticata alla Juve e le disavventure capitate, l’estate scorsa, a un ex giocatore, ora dirigente, non ci sia alcun nesso?). Insomma: fossimo in loro, saremmo quantomeno arrabbiati (eufemismo) con i signori Giraudo e Agricola.
Il sipario che la Corte di Cassazione ha fatto calare sul vergognoso feuilletton ristabilisce, se non altro, alcune verità. La prima è che i 3 scudetti vinti dalla Juventus di Lippi tra il ’94 e il ’98 sono scudetti fasulli, diremmo anzi disonorevoli, di cui la Juve si dovrebbe vergognare e che dovrebbe restituire; scudetti che restano negli Albi d’Oro solo per prescrizione del reato, ma dai quali qualunque sportivo dotato di un minimo senso morale dovrebbe prendere le distanze (lo stesso dicasi, naturalmente, per la Champions League e la Coppa Intercontinentale vinte dalla Juventus nel 1996: trofei che andrebbero restituiti, con tante scuse, all’Ajax e al River Plate, e cioè ai loro legittimi vincitori morali). La seconda verità è che la Juventus che Umberto Agnelli decise di affidare chiavi in mano, nell’estate del ’94, alla leggendaria Triade composta dai gentiluomini Moggi, Giraudo e Bettega, è stata per 12 anni – 12 anni lunghi e bui – la Casa degli Orrori del calcio italiano, il luogo dove venivano perpetrati, messi a punto e realizzati i più orrendi “delitti sportivi” che mente umana abbia mai concepito. Dai giocatori dopati agli arbitri telecomandati, una vergogna senza fine, una vergogna senza limiti, una vergogna che nessuna sentenza di condanna potrà mai cancellare.
Coraggio! Per 12 anni ci hanno rifilato un polpettone avvelenato. Oggi che i giudici ce lo hanno messo nero su bianco, almeno non facciamo finta di niente…
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TONINO CAGNUCCI |
moggi Le ultime intercettazioni Moggi a Bergamo: "Ecco la griglia degli arbitri, Collina e Paparesta sono da punire"; Moggi: "Ho chiuso Paparesta nello spogliatoio"; Lanese a Moggi "L'osservatore ti ha visto entrare, gli ho detto di farsi i c... suoi" Luciano Moggi, 68 anni. Richiardi TUTTO A POSTO! L’inchiesta poggia su conversazioni e incontri tra i vertici istituzionali del mondo arbitrale e Luciano Moggi. I protagonisti: Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, i designatori, parlano con Tullio Lanese, presidente degli arbitri, e Moggi. E il novembre 2004. Lanese: “siamo rimasti che a metà gennaio, fine gennaio, ci rivediamo di nuovo, così facciamo un check!”. Pairetto: “sì, sì, tanto non ci sono problemi”. Un mese dopo Moggi discute con Lanese. Moggi: “Oh mi sembra bene, no?”. Lanese: “No, no tranquillo. C’è il massimo della collaborazione”. ARBITRI, SCEGLIE MOGGI Moggi discute con Bergamo della composizione delle griglie relative al turno di campionato. E’ il 9 febbraio 2005: la Juve giocherà con l’Udinese. Il foglietto Moggi: “Ora ti dico quello che mi ero studiato io”. Bergamo: “Vai! ...Vediamo cosa torna con quello che ho studiato io... Chi ci metti in prima griglia di squadre? Di partite?” M. “Aspè...fammi piglià il foglietto! Perché io me la son guardata oggi per bene... Allora, io ho fatto: Inter-Roma, Juventus-Udinese, Reggina-Milan, Fiorentina-Parma che non può non essere messa qui; e Siena-Messina” B. “Sì” M. “Ho fatto di 5, ma si po’ fa’ anche di 4 però! Non è che però Siena-Messina... mi sembra una partita abbastanza importante! Mi sembra, eh?” B. “Poi c’è anche Livorno-Sampdoria che all’andata è stato un casino!”. M. “Sono due squadre che in pratica so un po’ più tranquille”. B. “Vabbè, vai, tanto questo cambia poco, se ne po’ aggiungere anche una volendo, però arbitri per la prima fascia ce ne ho pochi. Dimmi!” M. “Io ci ho messo Bertini, Paparesta, Trefoloni, Racalbuto, ci avevo messo Tombolini, però Tombolini poi ha fatto un casino con la Lazio, non lo so qui com’è, ha dato un rigore... questi qui erano gli arbitri che io avevo messo in questa griglia!” B. “E Rodomonti al posto di Tombolini, no?” M. “Va bene pure!” B. “E allora s’era fatta uguale vedi!” NON DEVONO ROMPERE I... La conversazione prosegue e si allarga ad altri arbitri, Rosetti e Collina, che per Moggi andrebbero “puniti” Legge di gruppo Moggi: “io credo che questa qui possa essere una griglia”. Bergamo: “Io ce ne avevo 4. C’avevo: Bertini, Racalbuto, Rodomonti e Trefoloni. E sinceramente Tombolini volevo tenerlo un turno fermo perché ha sbagliato, sennò questi se non li punisci mai...” M. “Guarda, ora ti dico, può darsi pure che mi sbaglio, io pure c’ho della gente da tenè sotto, no? Se tu, per esempio, non punisci Collina e Rosetti, gli altri sono tutti autorizzati...” B. “Ma infatti io Collina e Rosetti non li ho mica messi, eh?” M. “No, per dirti! Ma gli altri sono autorizzati a dire: "se lo fanno loro possiamo farlo anche noi"... non ci devono rompere i (beep)!” B. “Sì sì infatti che ti ho detto...” M. “Questa, questa è una legge di gruppo!” I fatti Ecco quali furono le designazioni per quella giornata: Juventus-Udinese Rodomonti; Livorno-Sampdoria, Tagliavento; Inter-Roma, Trefoloni; Fiorentina-Parma, Paparesta; Bologna-Palermo, Messina; Reggina-Messina, Racalbuto; Siena-Messina, Bertini; Lecce-Chievo, Morganti; Brescia-Cagliari, De Marco; Lazio-Atalanta, Brighi. IL COMPLOTTO Sullo sfondo della lotta per l’elezione del presidente di Lega (dicembre 2004), spunta un presunto dossier contro Diego Della Valle. I protagonisti: Innocenzo Mazzini, vice presidente federale e Luciano Moggi. Diego Della Valle è il patron della Fiorentina che si opponeva all’elezione di Galliani alla presidenza di Lega. Il dossier Mazzini a Moggi: “allora due mie strette conoscenze qui di Firenze...hanno una documentazione molto riservata ma molto interessante...che loro son disponibili a vendere...sull’intrallazzo che il signor Della Valle ha fatto con il Sindaco su certe operazioni di vendita di immobili qui a Firenze in maniera truffaldina...loro son disponibili a dare la documentazione con soldi naturalmente...a un plenipotenziario di Galliani...” altra telefonata Moggi: “lavora su quella cosa dai...” Mazzini: “io tra oggi e domani vedo quegli amici...” Mo.: “io cambierò spesso telefonino, no? per evità che...che mi localizzino...però tu adesso, una preghiera...questo qui è un numero che non devi dà a nessuno!” UNA LEGNATA A ZEMAN Il 22 dicembre Moggi discute con Giraudo di Zdenek Zeman, il grande accusatore della Juventus che fece partire l’inchiesta sul doping a Torino. I protagonisti: Luciano Moggi e Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus; Zeman in quel momento allena il Lecce. Moggi a Giraudo: “bisogna fargli qualcosa, non so un sistema...bisogna dargli una legnata...bisogna prendere le emorragie dandogli un danno a questo qua, inventandoci qualcosa, portandogli via un giocatore, trovargli qualche...” IL TELEFONINO Il designatore chiede che il 4° uomo di Roma-Juventus tenga acceso il cellulare. Incarica la segretaria della Figc Fazi di contattare la moglie di Gabriele. Bergamo: “Mi dai una telefonata a Francesca, la moglie di Marco, e gli dici che questa sera lui lascia un telefonino attivo...in maniera che se ci fosse bisogno di qualcosa...” "PAPARESTA? L'HO CHIUSO NELLO SPOGLIATOIO" Un torto arbitrale subìto dalla Juve. Qualcosa in chiara controtendenza che fa infuriare Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Al termine di Reggina-Juventus dello scorso campionato i due dirigenti piombano come furie nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta. Scenetta riportata in questa intercettazione. I protagonisti: Pietro Ingargiola (osservatore Associazione italiana arbitri) e Tullio Lanese (presidente Associazione italiana arbitri). I due sono accusati di essersi adoperati “perché non venissero segnalate plateali violazioni delle norme federali da parte di Moggi e Giraudo dopo la conclusione dell’incontro Reggina-Juventus del 6-11-04, terminato 2-1”. Ingargiola: “... Cumpa’, quello che ho visto io in vita mia non l’ho mai vista una cosa del genere, cioè entrano Moggi e Giraudo... Moggi lo minaccia col dito, col dito agli occhi...”. I.: “... è venuto negli spogliatoi con il dito puntato a gridare, lui e Giraudo, a e dirgli al guardalinee: Tu sei scandaloso come è scandaloso il rigore che non hai dato. A Paparesta gli ha detto: con te non abbiamo fortuna, almeno tu sei quello di sempre... cioè a minacciarli là dentro... io gli ho detto a lui (riferendosi evidentemente a Paparesta): ma tu di queste cose... dice: acqua in bocca, mi fa, acqua in bocca per tutti... ripeto a me nun me ne frega niente, io non ho visto e non ho sentito, sono cose vostre...”. Lanese: “... problemi vostri sono... è logico, io non c’ero... io non c’ero...”. L.: “... ma no, di Moggi e Giraudo no compare...”. I.: “... no, non mi... no, no, ma che scherzi, no, no, no, non ho visto e non ho fatto niente, io sono andato... quando questi sono andati a minacciare io sono andato dentro il bagno...”. L.: “Bravo, bravo, bravo”. Una scena, questa, che racconta anche lo stesso Moggi, a colloquio con una donna. Moggi: “... ho chiuso l’arbitro nello spogliatoio e mi sono portato le... le chiavi in aeroporto... Ora lì apriranno! Butteranno giù la porta!!”. E quindi con Lanese, che gli risponde: “Lo so, non mi dire, cioè io so tutto perché l’osservatore è un mio amico e m’ha detto che t’ha visto entrare, cosa gli hai detto, dice io che devo fare? Tu, gli ho detto, non c’eri e ti fai i beep tuoi eh... eh... eh..., giusto?”. I fatti Sul 2-1 per la Reggina, Paparesta in effetti non vede (e il guardalinee non lo segnala) un netto “mani” di Balestri in area. Ma Reggina-Juve è anche una delle partite che potrebbe far parte del sistema di squalifiche “scientifiche” scoperto dagli inquirenti: la giornata precedente, infatti, Racalbuto in Messina-Reggina aveva ammonito Mesto, che era stato squalificato. ARBITRI DA PENALIZZARE Ma Reggina-Juve presenta altri strascichi telefonici. I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve) e Antonio Giraudo (a.d. Juve), accusati di essersi adoperati “perché venissero arbitrariamente penalizzati gli arbitri che non avevano favorito la Juventus”. Moggi, relativamente a Paparesta, dice a un uomo: “Lo faccio divide in due, altro che polemiche! Domani sera glie faccio levà patente con l’obbligo di ridarle i danni entro 15 giorni, altrimenti viene arruolato nella Legione Straniera”. Moggi a Giraudo: “Poi ho parlato con Paolo e con l’altro, devono essere fermati”. G.: “Per me devono massacrarli... Devono massacrarli sia a Coverciano che poi non farli... per due mesi... due mesi devono star fuori”. M.: “... le moviole le movimento tutte! Li alimento io stavolta”. LA FORZA DELLA TV Alcuni programmi avevano il potere/compito di rafforzare alcuni concetti, facendo emergere ciò che più faceva comodo. I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve), Fabio Baldas (commentatore televisivo ed ex arbitro), Aldo Biscardi (giornalista), accusati di essersi adoperati “perché, attraverso il condizionamento di talune trasmissioni televisive (ad esempio, "Il Processo di Biscardi", che va in onda su La7) o di singoli giornalisti o commentatori (Ignazio Scardina, Giorgio Tosatti, Ciro Venerato, Franco Melli, Lamberto Sposini, Gianni Di Marzio, Tony Damascelli, Mauro Sandreani), venissero favoriti gli interessi del sodalizio. Ecco le intercettazioni relative al “Processo”. Baldas: “... C’è Rodomonti, gli diamo un po’ addosso se tu sei d’accordo”. Moggi: “Nooo, lasciatelo stare, visto che ci sono io sabato, che mettete il rigore del Siena?”. Qualche settimana più tardi. Ba.: “Via... Senti e per quanto riguarda lì con il Cagliari lì... c’è un fuorigioco di 80 centimetri io non so se adesso devo verificare se è Mitro o Rossomando, tu questi qua”. M.: “Ma... no bisogna salva... l’arbitro”. Ba.: “No, no questo sicuro, al limite... no li diamo... scarichiamo sui guardalinee”. M.: “Chi erano i guardalinee?”. Ba.: “Mitro e Rossomando”. M.: “Scarica su Ossomando... Somando”. Ba.: “Che ci faceva dall’altra parte... Non so se era lui lì o se era dall’altra parte”. M.: “Se era lui è bene se no scarichi su Mitro”. Ba.: “Va bene, va bene allora ho capito tutto... va bene”. Quindi, con Biscardi. Bi.: “Zeman lo faccio stangà da Riva...”. M.: “... Ma vogliamola una bella cosa? Andiamogli addosso di brutto”. Moggi e Biscardi dopo Juve-Milan (0-0). M. “... però guarda bisogna fa assolve l’arbitro con formula ampia!”. Bi.: “Bertini... sì, gli faccio mettere poco!”. M.: “Niente... no... niente, niente, niente Aldo... Taglia... taglia... taglia tutto... o dici che c’ha ragione l’arbitro oppure devi taglià la moviola!”. L’AMICO DI PAIRETTO I guardalinee in alcune occasioni, come questa, rivestono un ruolo cruciale negli episodi incriminati. i protagonisti: Duccio Baglioni (guardalinee), Innocenzo Mazzini (ex vicepresidente Figc), Antonio Giraudo (a.d. Juve), Gabriele Contini (guardalinee). Si parla di Siena-Milan 2-1 (17 aprile 2005), “con esito assicurato mediante la designazione fraudolenta dell’assistente Baglioni, che garantiva e si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra senese, in quanto la sconfitta del Milan avrebbe agevolato la Juventus, diretta competitrice per lo scudetto”. Mazzini a Giraudo, riferendosi al lavoro fatto da Paolo Bergamo: “... però... però devo dire a Siena il nostro amico è stato eccezionale!”. Contini parla con Leonardo Meani (accompagnatore del Milan addetto all’arbitro) a proposito della partita di Baglioni: “... è l’amico di Pairetto! Se lo vuoi sapere è quello che gli prenota i biglietti, che Pairetto va a mangiare a casa sua, non al ristorante a casa sua!”. I fatti Al 10’del primo tempo Collina, su segnalazione dell’assistente Baglioni, annulla un gol regolare a Shevchenko. I GIORNALISTI Compaiono anche i nomi di alcuni giornalisti, con cui Moggi si sente telefonicamente. I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve), Tullio Lanese (presidente Aia), Lamberto Sposini (ex condirettore Tg5), Giorgio Tosatti (opinionista), Antonello Capone (Gazzetta dello Sport), Tony Damascelli (Il Giornale). Moggi si complimenta con Sposini per gli attacchi alla terna di Paparesta in Reggina-Juve durante il “Processo” e si raccomanda su come dovrà comportarsi nella medesima trasmissione. Sposini risponde: “Oh guarda, stasera li facciamo neri, li facciamo neri”. Tosatti, relativamente a Milan-Juve telefona a Moggi: “Hai istruito Biscardi per stasera?”. M.: “Alla grande, però c’ha un vincolo... c’era rigore...”. T.: “C’era rigore, però devi dire che andava cacciato Nesta”. Moggi e Damascelli commentano Fiorentina-Bologna (1-0) in cui De Santis ammonisce Petruzzi, Nastase e Gamberini (i primi due saltano per squalifica la Juve). D.: “Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh? Eh, c’abbiamo i tre difensori del Bologna squalificati!”. M.: “Ma perché, chi c’avevano loro diffidato”. T.: “tutti e tre!”. Lanese e Capone parlano di Chievo-Fiorentina (1-2), esito assicurato mediante designazione fraudolenta dell’arbitro. C.: “Hai visto che il killer ha colpito a Verona? Gli avranno mandato dei segnali o ha capito da solo?”. L.: “No, no, no guarda che ormai non si mandano segnali, loro telefonano prima delle gare”. OBIETTIVO SALVEZZA Siamo ai primi di febbraio: il presidente biancoceleste Claudio Lotito s’intrattiene al telefono con i vertici della Federcalcio sulle prossime designazioni arbitrali. I protagonisti: Franco Carraro (presidente della Federcalcio), Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto (designatori arbitrali), Innocenzo Mazzini (vice presidente della Federcalcio), Claudio Lotito (presidente della Lazio) e Gianluca Rocchi (arbitro). Sono accusati di essersi adoprati per “alterare la corretta e genuina proceduta di individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio del direttore di gara dell’incontro Chievo-Lazio 0-1 del 20 febbraio 2005, per il raggiungimento di un risultato favorevole alla squadra di Lotito”. Carraro (a Pairetto): “Bisogna dare una mano alla Lazio”. Mazzini (a Pairetto): “Mi ha cercato Lotito, voleva sapere, lui aveva parlato con Carraro, credo venerdì, sulla richiesta di attenzione verso il suo caso, perché tu sai è uno dei portabandiera di pro Carraro, pro Galliani, ma Carraro v’ha detto qualcosa e non v’ha detto niente?... cerca di capire Gigi, lui vuole sapere soltanto se Carraro vi ha detto qualcosa, di tenere in considerazione la posizione della Lazio e sua, perché lui sta facendo tanto...” Mazzini parla con Lotito: “...ti volevo dire quanto ci tenevo a questa cosa, lui (Bergamo) è alla Fifa, hai capito? E torna stasera, l’altro...l’altro (Pairetto) è stato all’Uefa e torna sabato...”. Lotito (in riferimento all’intervento di Carraro): “Quindi lui ci aveva parlato?...Questo è un fatto positivo, perché significa che è leale con me...Ma l’ha fatto specificamente o genericamente?...nel senso per una conduzione anche futura non solo specifica per il fatto?” M.: “No...no...me l’ha confermato, non solo...ma è un intervento pressante”. L.: “Bisogna che te li lavori tutti e due e ci parli in modo chiaro, comincia, comincia, ci dobbiamo vedere e cominciamo a dire, hai capito? A stabilire, capito?”. Un’altra telefonata. M.: “Senti dove giochi domenica?”. L.: “Domenica gioco a Verona con il Chievo”. M.: “Davvero? E chi hanno tirato a sorte?”. L.: “Vabbé...allo...sogni tranquilli te mi dice”. M.: (riferendosi all’arbitro Ronchi) “si faccia dire nome, cognome e provenienza”. I fatti L’esito della gara è stato condizionato dall’arbitro Rocchi, che ignora una sospetta carica di Bazzani su Mensah e falsa l’ultimo quarto d’ora con tre espulsioni (due ai danni del Chievo). GARA IMPORTANTE Il secondo episodio che riguarda la Lazio è legato alla gara con il Parma. I protagonisti: Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio) e Claudio Lotito (Presidente Lazio). I due sono accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Lazio-Parma 2-0 del 27 febbraio 2005”. Mazzini: “Bisogna salvarsi in tutti i modi, eh?”. Lotito: “Aho, domenica ho il Parma eh? Che è importante”. M.: “Ti arrestano...ti arrestano...”. L.: “Aho? E perché mi devono arrestare?” M.: “Ehh! Chiediglielo a quelli del Parma...chiediglielo a quelli del Parma!” I fatti L’arbitro Messina nega un rigore al Parma. PARTITA DECISIVA Andrea Della Valle si rivolge a Mazzini prima della gara con il Chievo, decisiva per la lotta salvezza. I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Andrea Della Valle (presidente Fiorentina), Sandro Mencucci (amministratore delegato Fiorentina), Paolo Bergamo (designatore), Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio), Paolo Dondarini (arbitro), accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Chievo-Fiorentina 1-2 dell’8 maggio 2005 a favore della squadra dei Della Valle”. A. Della Valle: “Ti volevo salutare e fare un po’ il punto della situazione con te...per quel discorso di domani poi dopo chiamerà Diego oggi...quell’altra persona...saremo qualche giorno a Milano poi io rivado con i ragazzi, quindi lo spostiamo la settimana prossima”. M.: “E’ importantissima...che gli arrivi al nostro amico un messaggio da voi! Perché domani l’altro ci sono...le griglie eh! La partita è decisiva, eh!”. M. (telefonata a Mencucci): “M’ha chiamato Andrea Della Valle Diego Della Valle perché vogliono che li aiuti...”. Mencucci (riferito alla designazione di Dondarini): “Bel lavoro, ho visto”. I fatti Dondarini non fischia un rigore di Ujfalusi su Cossato. INVITO A CENA Contini, appena designato per la gara del Milan con il Brescia, concorda un incontro a cena dopo la partita. I protagonisti: Gabriele Contini (guardalinee) e Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan), accusati di essersi adoprati per “il raggiungimento di un risultato favorevole ai rossoneri in Milan-Brescia 1-1 del 10 aprile 2005”. Contini: “...figa! Se non c’era zio, però sempre eh?”. PRESSIONI Telefonata tra Bergamo e Pairetto. I protagonisti Paolo Bergamo (designatore), Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan) e Claudio Puglisi (guardalinee) accusati di essersi adoprati per “la designazione fraudolenta di Puglisi, poiché si adoprava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole al Milan in Milan-Chievo 1-0 del 20 aprile 2005”. Bergamo: (a Pairetto): “Uno che è già 2 mesi che dovevamo averlo messo e c’è stata qualche pressione e quindi...si mette Puglisi a fare Milan-Chievo! Ehm, ieri si è sbagliato e quindi questi dicono: perché ci penalizzate? Con me non hanno parlato, eh? Ti dico la verità, hanno chiamato...Gennaro!”. ACCORDO C’è anche un presidente che chiama un collega per accordarsi sul risultato di una partita. I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Innocenzo Mazzini (ex presidente Figc), Claudio Lotito (presidente Lazio). Si parla di Lazio-Fiorentina 1-1 del 22 maggio 2005: Diego Della Valle “compiva atti fraudolenti consistiti nell’aver contattato Claudio Lotito chiedendogli di accordarsi sul risultato, evento poi non verificatosi per il rifiuto opposto da Lotito”. Lotito (riferendosi a Della Valle): “...mi ha fatto tutto un discorso, hai capito? ...Mi ha fatto una proposta da bandito, te hai capito quale?”. Mazzini: “Eh? Figurati, quando giochi? Fra un po’ di partite?”. L.: “... sì sì ma io... Non ti permettere guarda, non ti permettere veramente con me, perché ti prendo a calci in beep fino a dopodomani, eh?”.
Le ultime intercettazioni
Moggi a Bergamo: "Ecco la griglia degli arbitri, Collina e Paparesta sono da punire"; Moggi: "Ho chiuso Paparesta nello spogliatoio"; Lanese a Moggi "L'osservatore ti ha visto entrare, gli ho detto di farsi i c... suoi"
Luciano Moggi, 68 anni. Richiardi
TUTTO A POSTO!
L’inchiesta poggia su conversazioni e incontri tra i vertici istituzionali del mondo arbitrale e Luciano Moggi.
I protagonisti: Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo, i designatori, parlano con Tullio Lanese, presidente degli arbitri, e Moggi. E il novembre 2004.
Lanese: “siamo rimasti che a metà gennaio, fine gennaio, ci rivediamo di nuovo, così facciamo un check!”.
Pairetto: “sì, sì, tanto non ci sono problemi”.
Un mese dopo Moggi discute con Lanese. Moggi: “Oh mi sembra bene, no?”.
Lanese: “No, no tranquillo. C’è il massimo della collaborazione”.
ARBITRI, SCEGLIE MOGGI
Moggi discute con Bergamo della composizione delle griglie relative al turno di campionato. E’ il 9 febbraio 2005: la Juve giocherà con l’Udinese.
Il foglietto
Moggi: “Ora ti dico quello che mi ero studiato io”.
Bergamo: “Vai! ...Vediamo cosa torna con quello che ho studiato io... Chi ci metti in prima griglia di squadre? Di partite?”
M. “Aspè...fammi piglià il foglietto! Perché io me la son guardata oggi per bene... Allora, io ho fatto: Inter-Roma, Juventus-Udinese, Reggina-Milan, Fiorentina-Parma che non può non essere messa qui; e Siena-Messina”
B. “Sì”
M. “Ho fatto di 5, ma si po’ fa’ anche di 4 però! Non è che però Siena-Messina... mi sembra una partita abbastanza importante! Mi sembra, eh?”
B. “Poi c’è anche Livorno-Sampdoria che all’andata è stato un casino!”.
M. “Sono due squadre che in pratica so un po’ più tranquille”.
B. “Vabbè, vai, tanto questo cambia poco, se ne po’ aggiungere anche una volendo, però arbitri per la prima fascia ce ne ho pochi. Dimmi!”
M. “Io ci ho messo Bertini, Paparesta, Trefoloni, Racalbuto, ci avevo messo Tombolini, però Tombolini poi ha fatto un casino con la Lazio, non lo so qui com’è, ha dato un rigore... questi qui erano gli arbitri che io avevo messo in questa griglia!”
B. “E Rodomonti al posto di Tombolini, no?”
M. “Va bene pure!”
B. “E allora s’era fatta uguale vedi!”
NON DEVONO ROMPERE I...
La conversazione prosegue e si allarga ad altri arbitri, Rosetti e Collina, che per Moggi andrebbero “puniti”
Legge di gruppo
Moggi: “io credo che questa qui possa essere una griglia”.
Bergamo: “Io ce ne avevo 4. C’avevo: Bertini, Racalbuto, Rodomonti e Trefoloni. E sinceramente Tombolini volevo tenerlo un turno fermo perché ha sbagliato, sennò questi se non li punisci mai...”
M. “Guarda, ora ti dico, può darsi pure che mi sbaglio, io pure c’ho della gente da tenè sotto, no? Se tu, per esempio, non punisci Collina e Rosetti, gli altri sono tutti autorizzati...”
B. “Ma infatti io Collina e Rosetti non li ho mica messi, eh?”
M. “No, per dirti! Ma gli altri sono autorizzati a dire: "se lo fanno loro possiamo farlo anche noi"... non ci devono rompere i (beep)!”
B. “Sì sì infatti che ti ho detto...”
M. “Questa, questa è una legge di gruppo!”
I fatti
Ecco quali furono le designazioni per quella giornata: Juventus-Udinese Rodomonti; Livorno-Sampdoria, Tagliavento; Inter-Roma, Trefoloni; Fiorentina-Parma, Paparesta; Bologna-Palermo, Messina; Reggina-Messina, Racalbuto; Siena-Messina, Bertini; Lecce-Chievo, Morganti; Brescia-Cagliari, De Marco; Lazio-Atalanta, Brighi.
IL COMPLOTTO
Sullo sfondo della lotta per l’elezione del presidente di Lega (dicembre 2004), spunta un presunto dossier contro Diego Della Valle.
I protagonisti: Innocenzo Mazzini, vice presidente federale e Luciano Moggi. Diego Della Valle è il patron della Fiorentina che si opponeva all’elezione di Galliani alla presidenza di Lega.
Il dossier
Mazzini a Moggi: “allora due mie strette conoscenze qui di Firenze...hanno una documentazione molto riservata ma molto interessante...che loro son disponibili a vendere...sull’intrallazzo che il signor Della Valle ha fatto con il Sindaco su certe operazioni di vendita di immobili qui a Firenze in maniera truffaldina...loro son disponibili a dare la documentazione con soldi naturalmente...a un plenipotenziario di Galliani...”
altra telefonata
Moggi: “lavora su quella cosa dai...”
Mazzini: “io tra oggi e domani vedo quegli amici...”
Mo.: “io cambierò spesso telefonino, no? per evità che...che mi localizzino...però tu adesso, una preghiera...questo qui è un numero che non devi dà a nessuno!”
UNA LEGNATA A ZEMAN
Il 22 dicembre Moggi discute con Giraudo di Zdenek Zeman, il grande accusatore della Juventus che fece partire l’inchiesta sul doping a Torino.
I protagonisti: Luciano Moggi e Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus; Zeman in quel momento allena il Lecce.
Moggi a Giraudo: “bisogna fargli qualcosa, non so un sistema...bisogna dargli una legnata...bisogna prendere le emorragie dandogli un danno a questo qua, inventandoci qualcosa, portandogli via un giocatore, trovargli qualche...”
IL TELEFONINO
Il designatore chiede che il 4° uomo di Roma-Juventus tenga acceso il cellulare. Incarica la segretaria della Figc Fazi di contattare la moglie di Gabriele.
Bergamo: “Mi dai una telefonata a Francesca, la moglie di Marco, e gli dici che questa sera lui lascia un telefonino attivo...in maniera che se ci fosse bisogno di qualcosa...”
"PAPARESTA? L'HO CHIUSO NELLO SPOGLIATOIO"
Un torto arbitrale subìto dalla Juve. Qualcosa in chiara controtendenza che fa infuriare Luciano Moggi e Antonio Giraudo. Al termine di Reggina-Juventus dello scorso campionato i due dirigenti piombano come furie nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta. Scenetta riportata in questa intercettazione.
I protagonisti: Pietro Ingargiola (osservatore Associazione italiana arbitri) e Tullio Lanese (presidente Associazione italiana arbitri). I due sono accusati di essersi adoperati “perché non venissero segnalate plateali violazioni delle norme federali da parte di Moggi e Giraudo dopo la conclusione dell’incontro Reggina-Juventus del 6-11-04, terminato 2-1”.
Ingargiola: “... Cumpa’, quello che ho visto io in vita mia non l’ho mai vista una cosa del genere, cioè entrano Moggi e Giraudo... Moggi lo minaccia col dito, col dito agli occhi...”.
I.: “... è venuto negli spogliatoi con il dito puntato a gridare, lui e Giraudo, a e dirgli al guardalinee: Tu sei scandaloso come è scandaloso il rigore che non hai dato. A Paparesta gli ha detto: con te non abbiamo fortuna, almeno tu sei quello di sempre... cioè a minacciarli là dentro... io gli ho detto a lui (riferendosi evidentemente a Paparesta): ma tu di queste cose... dice: acqua in bocca, mi fa, acqua in bocca per tutti... ripeto a me nun me ne frega niente, io non ho visto e non ho sentito, sono cose vostre...”.
Lanese: “... problemi vostri sono... è logico, io non c’ero... io non c’ero...”.
L.: “... ma no, di Moggi e Giraudo no compare...”.
I.: “... no, non mi... no, no, ma che scherzi, no, no, no, non ho visto e non ho fatto niente, io sono andato... quando questi sono andati a minacciare io sono andato dentro il bagno...”.
L.: “Bravo, bravo, bravo”.
Una scena, questa, che racconta anche lo stesso Moggi, a colloquio con una donna. Moggi: “... ho chiuso l’arbitro nello spogliatoio e mi sono portato le... le chiavi in aeroporto... Ora lì apriranno! Butteranno giù la porta!!”.
E quindi con Lanese, che gli risponde: “Lo so, non mi dire, cioè io so tutto perché l’osservatore è un mio amico e m’ha detto che t’ha visto entrare, cosa gli hai detto, dice io che devo fare? Tu, gli ho detto, non c’eri e ti fai i beep tuoi eh... eh... eh..., giusto?”.
I fatti
Sul 2-1 per la Reggina, Paparesta in effetti non vede (e il guardalinee non lo segnala) un netto “mani” di Balestri in area. Ma Reggina-Juve è anche una delle partite che potrebbe far parte del sistema di squalifiche “scientifiche” scoperto dagli inquirenti: la giornata precedente, infatti, Racalbuto in Messina-Reggina aveva ammonito Mesto, che era stato squalificato.
ARBITRI DA PENALIZZARE
Ma Reggina-Juve presenta altri strascichi telefonici.
I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve) e Antonio Giraudo (a.d. Juve), accusati di essersi adoperati “perché venissero arbitrariamente penalizzati gli arbitri che non avevano favorito la Juventus”.
Moggi, relativamente a Paparesta, dice a un uomo: “Lo faccio divide in due, altro che polemiche! Domani sera glie faccio levà patente con l’obbligo di ridarle i danni entro 15 giorni, altrimenti viene arruolato nella Legione Straniera”.
Moggi a Giraudo: “Poi ho parlato con Paolo e con l’altro, devono essere fermati”.
G.: “Per me devono massacrarli... Devono massacrarli sia a Coverciano che poi non farli... per due mesi... due mesi devono star fuori”.
M.: “... le moviole le movimento tutte! Li alimento io stavolta”.
LA FORZA DELLA TV
Alcuni programmi avevano il potere/compito di rafforzare alcuni concetti, facendo emergere ciò che più faceva comodo.
I protagonisti: Luciano Moggi (d.g. Juve), Fabio Baldas (commentatore televisivo ed ex arbitro), Aldo Biscardi (giornalista), accusati di essersi adoperati “perché, attraverso il condizionamento di talune trasmissioni televisive (ad esempio, "Il Processo di Biscardi", che va in onda su La7) o di singoli giornalisti o commentatori (Ignazio Scardina, Giorgio Tosatti, Ciro Venerato, Franco Melli, Lamberto Sposini, Gianni Di Marzio, Tony Damascelli, Mauro Sandreani), venissero favoriti gli interessi del sodalizio.
Ecco le intercettazioni relative al “Processo”. Baldas: “... C’è Rodomonti, gli diamo un po’ addosso se tu sei d’accordo”.
Moggi: “Nooo, lasciatelo stare, visto che ci sono io sabato, che mettete il rigore del Siena?”.
Qualche settimana più tardi. Ba.: “Via... Senti e per quanto riguarda lì con il Cagliari lì... c’è un fuorigioco di 80 centimetri io non so se adesso devo verificare se è Mitro o Rossomando, tu questi qua”.
M.: “Ma... no bisogna salva... l’arbitro”.
Ba.: “No, no questo sicuro, al limite... no li diamo... scarichiamo sui guardalinee”.
M.: “Chi erano i guardalinee?”.
Ba.: “Mitro e Rossomando”.
M.: “Scarica su Ossomando... Somando”.
Ba.: “Che ci faceva dall’altra parte... Non so se era lui lì o se era dall’altra parte”.
M.: “Se era lui è bene se no scarichi su Mitro”.
Ba.: “Va bene, va bene allora ho capito tutto... va bene”.
Quindi, con Biscardi. Bi.: “Zeman lo faccio stangà da Riva...”.
M.: “... Ma vogliamola una bella cosa? Andiamogli addosso di brutto”.
Moggi e Biscardi dopo Juve-Milan (0-0). M. “... però guarda bisogna fa assolve l’arbitro con formula ampia!”.
Bi.: “Bertini... sì, gli faccio mettere poco!”.
M.: “Niente... no... niente, niente, niente Aldo... Taglia... taglia... taglia tutto... o dici che c’ha ragione l’arbitro oppure devi taglià la moviola!”.
L’AMICO DI PAIRETTO
I guardalinee in alcune occasioni, come questa, rivestono un ruolo cruciale negli episodi incriminati.
i protagonisti: Duccio Baglioni (guardalinee), Innocenzo Mazzini (ex vicepresidente Figc), Antonio Giraudo (a.d. Juve), Gabriele Contini (guardalinee). Si parla di Siena-Milan 2-1 (17 aprile 2005), “con esito assicurato mediante la designazione fraudolenta dell’assistente Baglioni, che garantiva e si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra senese, in quanto la sconfitta del Milan avrebbe agevolato la Juventus, diretta competitrice per lo scudetto”.
Mazzini a Giraudo, riferendosi al lavoro fatto da Paolo Bergamo: “... però... però devo dire a Siena il nostro amico è stato eccezionale!”.
Contini parla con Leonardo Meani (accompagnatore del Milan addetto all’arbitro) a proposito della partita di Baglioni: “... è l’amico di Pairetto! Se lo vuoi sapere è quello che gli prenota i biglietti, che Pairetto va a mangiare a casa sua, non al ristorante a casa sua!”.
I fatti
Al 10’del primo tempo Collina, su segnalazione dell’assistente Baglioni, annulla un gol regolare a Shevchenko.
I GIORNALISTI
Compaiono anche i nomi di alcuni giornalisti, con cui Moggi si sente telefonicamente.
I protagonisti:
Luciano Moggi (d.g. Juve), Tullio Lanese (presidente Aia), Lamberto Sposini (ex condirettore Tg5), Giorgio Tosatti (opinionista), Antonello Capone (Gazzetta dello Sport), Tony Damascelli (Il Giornale).
Moggi si complimenta con Sposini per gli attacchi alla terna di Paparesta in Reggina-Juve durante il “Processo” e si raccomanda su come dovrà comportarsi nella medesima trasmissione. Sposini risponde: “Oh guarda, stasera li facciamo neri, li facciamo neri”.
Tosatti, relativamente a Milan-Juve telefona a Moggi: “Hai istruito Biscardi per stasera?”.
M.: “Alla grande, però c’ha un vincolo... c’era rigore...”.
T.: “C’era rigore, però devi dire che andava cacciato Nesta”.
Moggi e Damascelli commentano Fiorentina-Bologna (1-0) in cui De Santis ammonisce Petruzzi, Nastase e Gamberini (i primi due saltano per squalifica la Juve). D.: “Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh? Eh, c’abbiamo i tre difensori del Bologna squalificati!”.
M.: “Ma perché, chi c’avevano loro diffidato”.
T.: “tutti e tre!”.
Lanese e Capone parlano di Chievo-Fiorentina (1-2), esito assicurato mediante designazione fraudolenta dell’arbitro. C.: “Hai visto che il killer ha colpito a Verona? Gli avranno mandato dei segnali o ha capito da solo?”.
L.: “No, no, no guarda che ormai non si mandano segnali, loro telefonano prima delle gare”.
OBIETTIVO SALVEZZA
Siamo ai primi di febbraio: il presidente biancoceleste Claudio Lotito s’intrattiene al telefono con i vertici della Federcalcio sulle prossime designazioni arbitrali.
I protagonisti: Franco Carraro (presidente della Federcalcio), Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto (designatori arbitrali), Innocenzo Mazzini (vice presidente della Federcalcio), Claudio Lotito (presidente della Lazio) e Gianluca Rocchi (arbitro). Sono accusati di essersi adoprati per “alterare la corretta e genuina proceduta di individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio del direttore di gara dell’incontro Chievo-Lazio 0-1 del 20 febbraio 2005, per il raggiungimento di un risultato favorevole alla squadra di Lotito”.
Carraro (a Pairetto): “Bisogna dare una mano alla Lazio”.
Mazzini (a Pairetto): “Mi ha cercato Lotito, voleva sapere, lui aveva parlato con Carraro, credo venerdì, sulla richiesta di attenzione verso il suo caso, perché tu sai è uno dei portabandiera di pro Carraro, pro Galliani, ma Carraro v’ha detto qualcosa e non v’ha detto niente?... cerca di capire Gigi, lui vuole sapere soltanto se Carraro vi ha detto qualcosa, di tenere in considerazione la posizione della Lazio e sua, perché lui sta facendo tanto...”
Mazzini parla con Lotito: “...ti volevo dire quanto ci tenevo a questa cosa, lui (Bergamo) è alla Fifa, hai capito? E torna stasera, l’altro...l’altro (Pairetto) è stato all’Uefa e torna sabato...”.
Lotito (in riferimento all’intervento di Carraro): “Quindi lui ci aveva parlato?...Questo è un fatto positivo, perché significa che è leale con me...Ma l’ha fatto specificamente o genericamente?...nel senso per una conduzione anche futura non solo specifica per il fatto?”
M.: “No...no...me l’ha confermato, non solo...ma è un intervento pressante”.
L.: “Bisogna che te li lavori tutti e due e ci parli in modo chiaro, comincia, comincia, ci dobbiamo vedere e cominciamo a dire, hai capito? A stabilire, capito?”.
Un’altra telefonata. M.: “Senti dove giochi domenica?”.
L.: “Domenica gioco a Verona con il Chievo”.
M.: “Davvero? E chi hanno tirato a sorte?”.
L.: “Vabbé...allo...sogni tranquilli te mi dice”.
M.: (riferendosi all’arbitro Ronchi) “si faccia dire nome, cognome e provenienza”.
I fatti
L’esito della gara è stato condizionato dall’arbitro Rocchi, che ignora una sospetta carica di Bazzani su Mensah e falsa l’ultimo quarto d’ora con tre espulsioni (due ai danni del Chievo).
GARA IMPORTANTE
Il secondo episodio che riguarda la Lazio è legato alla gara con il Parma.
I protagonisti: Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio) e Claudio Lotito (Presidente Lazio). I due sono accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Lazio-Parma 2-0 del 27 febbraio 2005”.
Mazzini: “Bisogna salvarsi in tutti i modi, eh?”.
Lotito: “Aho, domenica ho il Parma eh? Che è importante”.
M.: “Ti arrestano...ti arrestano...”.
L.: “Aho? E perché mi devono arrestare?”
M.: “Ehh! Chiediglielo a quelli del Parma...chiediglielo a quelli del Parma!”
I fatti
L’arbitro Messina nega un rigore al Parma.
PARTITA DECISIVA
Andrea Della Valle si rivolge a Mazzini prima della gara con il Chievo, decisiva per la lotta salvezza.
I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Andrea Della Valle (presidente Fiorentina), Sandro Mencucci (amministratore delegato Fiorentina), Paolo Bergamo (designatore), Innocenzo Mazzini (vice presidente Federcalcio), Paolo Dondarini (arbitro), accusati di essersi adoprati per “predeterminare il risultato di Chievo-Fiorentina 1-2 dell’8 maggio 2005 a favore della squadra dei Della Valle”.
A. Della Valle: “Ti volevo salutare e fare un po’ il punto della situazione con te...per quel discorso di domani poi dopo chiamerà Diego oggi...quell’altra persona...saremo qualche giorno a Milano poi io rivado con i ragazzi, quindi lo spostiamo la settimana prossima”.
M.: “E’ importantissima...che gli arrivi al nostro amico un messaggio da voi! Perché domani l’altro ci sono...le griglie eh! La partita è decisiva, eh!”.
M. (telefonata a Mencucci): “M’ha chiamato Andrea Della Valle Diego Della Valle perché vogliono che li aiuti...”.
Mencucci (riferito alla designazione di Dondarini): “Bel lavoro, ho visto”.
I fatti
Dondarini non fischia un rigore di Ujfalusi su Cossato.
INVITO A CENA
Contini, appena designato per la gara del Milan con il Brescia, concorda un incontro a cena dopo la partita.
I protagonisti: Gabriele Contini (guardalinee) e Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan), accusati di essersi adoprati per “il raggiungimento di un risultato favorevole ai rossoneri in Milan-Brescia 1-1 del 10 aprile 2005”.
Contini: “...figa! Se non c’era zio, però sempre eh?”.
PRESSIONI
Telefonata tra Bergamo e Pairetto.
I protagonisti Paolo Bergamo (designatore), Leonardo Meani (accompagnatore arbitro Milan) e Claudio Puglisi (guardalinee) accusati di essersi adoprati per “la designazione fraudolenta di Puglisi, poiché si adoprava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole al Milan in Milan-Chievo 1-0 del 20 aprile 2005”.
Bergamo: (a Pairetto): “Uno che è già 2 mesi che dovevamo averlo messo e c’è stata qualche pressione e quindi...si mette Puglisi a fare Milan-Chievo! Ehm, ieri si è sbagliato e quindi questi dicono: perché ci penalizzate? Con me non hanno parlato, eh? Ti dico la verità, hanno chiamato...Gennaro!”.
ACCORDO
C’è anche un presidente che chiama un collega per accordarsi sul risultato di una partita.
I protagonisti: Diego Della Valle (patron Fiorentina), Innocenzo Mazzini (ex presidente Figc), Claudio Lotito (presidente Lazio). Si parla di Lazio-Fiorentina 1-1 del 22 maggio 2005: Diego Della Valle “compiva atti fraudolenti consistiti nell’aver contattato Claudio Lotito chiedendogli di accordarsi sul risultato, evento poi non verificatosi per il rifiuto opposto da Lotito”.
Lotito (riferendosi a Della Valle): “...mi ha fatto tutto un discorso, hai capito? ...Mi ha fatto una proposta da bandito, te hai capito quale?”.
Mazzini: “Eh? Figurati, quando giochi? Fra un po’ di partite?”.
L.: “... sì sì ma io... Non ti permettere guarda, non ti permettere veramente con me, perché ti prendo a calci in beep fino a dopodomani, eh?”.
milan
16/02/11
All'indomani di Milan-Tottenham e della gazzarra tra Gattuso e lo "Squalo" Joe Jordan, la stampa inglese - come d'abitudine - spara alzo zero su "Ringhio" e sull'atteggiamento generale, a suo parere, del Milan. faccia Il "Sun" titola: "Nutters-Heroes 0-1" (Matti-Eroi 0-1) e parla di "Milanimals", che non ha bisogno di traduzione. Offensivo il Daily Mail: "I mafiosi del Milan ci hanno fatto diventare tutti tifosi del Tottenham''
Oltre a Gattuso, il veleno britannico è schizzato in direzione di Mathieu Flamini, autore, sempre secondo il Mail, del ''tackle piu' scandaloso degli ultimi tempi'' con allusione all'entrataccia che ha messo ko Corluka. Il tabloid non manca di criticare anche l'arbitraggio, che non sarebbe mai intervenuto per fermare la presunta e continua intimidazione degli italiani. ''Alla Scala del calcio va in scena una pantomima di villani'', la chiosa di un pezzo che rischia di alimentare un piccolo caso diplomatico.
Non solo i giornali popolari hanno scavalcato la barriera della critica: il Times elogia il contegno del Tottenham ''capace di non cadere nelle provocazioni, risoluta e pragmatica in uno degli stati piu' intimidatori d'Europa', una squadra matura, ordinata, compatta, che si era meritata tutti i complimenti ancor prima del gol di Peter Crouch ispirato da Aaron Lennon'''. E Gattuso, per l'autorevole quotidiano, è un capitano "indegno", giudizio sprezzante condiviso anche dal Guardian: "E' stato imbarazzante, una vera disgrazia nella tradizione dei capitani rossoneri che comprende irreprensibili uomini di carisma come Paolo Maldini e Franco Baresi''
Anche dalla tv, pioggia di parole al piombo. Graeme Souness, che ben conosce il calcio italiano ed è stato compagno di squadra di Jordan in nazionale, ha definito Gattuso: "un cane". E ha aggiunto un commento comunque censurabile: "Vorrei solo chiuderlo 10 minuti in una stanza da solo con Joe Jordan. In realta' non servirebbe tutto questo tempo, ne basterebbero cinque". Una considerazione degna di un incontro di pugilato che è stata tuttavia condivisa persino dal tecnico degli Spurs Harry Redknapp, in genere molto misurato e composto: "Punto i miei soldi su Joe. Ci potrebbe essere un solo vincitore in una lotta contro di lui. Joe si era tolto anche gli occhiali e Gattuso e' stato fortunato che Jordan non ha tenuto i denti fuori". Redknapp se la prende anche con Flamini per l'intervento su Corluka che lo ha costretto a lasciare il campo. "Questo e' un cartellino rosso tutta la vita. E 'una vergogna, il Milan ha perso la testa".
maldini
Le accuse di corruzione e spionaggio |
















MILANO (17 gennaio) - Il pubblico ministero Paola Pirotta ha ribadito oggi davanti al giudice per l'udienza preliminare Luigi Varanelli la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex capitano rossonero Paolo Maldini. È coinvolto con le accuse di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico in un'inchiesta relativa alle presunte mazzette pagate a Luciano Bressi, il funzionario dell'Agenzia delle entrate Milano 1 arrestato nel giugno 2009, pratiche illecite per ottenere trattamenti fiscali più favorevoli. Nel registro degli indagati era inizialmente iscritta anche la moglie di Maldini, Adriana Fossa, ma per lei il pm aveva chiesto l'archiviazione dall'accusa di concorso in corruzione su cui si attende la decisione del gup. Il procedimento coinvolge 38 imputati. |