ROMA FURIOSA

EDITORIALE | 22-10-2009 - ore 14:47



Il torinese scontentò tutti fischiando a raffica e ammonendo a più non posso. Poi si scusò dicendo che la situazione gli era sfuggita di mano. Un difetto nel quale incappa troppo spesso (ricordate il derby genovese del passato campionato con più di 50 falli fischiati?) e che pure domenica sera lo ha portato a chiudere il match con 9 ammoniti e un espulso. Milan-Roma, già, un match che per lui non era affatto una novità, tanto che lo cominciò a dirigere al termine della succitata stagione 2002-03, nella finali di ritorno di Coppa Italia del 31 maggio 2003. Dopo aver espulso Totti e mostrò il rosso a Cassano, reo di aver protestato dopo aver subito un fallo da Laursen non fischiato. Alla vista del cartellino il barese andò su tutte le furie e uscì dal campo mostrandogli le corna. Fu l'inizio dei guai tra la Roma e il torinese a San Siro, anche se dopo quella sera a Milano con lui ha vinto 3-2 con l'Inter il 26 ottobre 2005, 1-0 col Milan il 28 ottobre 2007 (con rigore fallito da De Rossi) e 1-0 in Supercoppa con i nerazzurri il 19-8-2007, con un penalty stavolta segnato dallo stesso De Rossi in una gara nella quale alla Roma ne dovevano essere dati almeno altri due. Perrotta disse «così ci fate perdere la partita» e Rosetti gli mostrò il rosso»un attimo prima del suo ingresso in campo dalla panchina. Ma l'espulsione più clamorosa resta quella di Mexes in Inter-Roma del 27 febbraio 2008. Sull'1-0 per la Roma il francese venne prima ammonito per aver tagliato il campo mentre rientrava dopo essere stato fuori per infortunio e poi ri-ammonito ed espulso per un fallo non commesso. Quindi l'Inter pareggiò con Zanetti: sviste decisive in ottica scudetto. Da quella sera tra Rosetti e Mexes sono state spesso scintille, con quest'ultimo che nel finale della gara persa 3-2 a Catania prima del Natale 2008 perse le staffe. Il torinese, sbagliando, gli risparmiò il rosso, mentre a Reggio Calabria, lo scorso 1 febbraio, gli fischiò contro un rigore per un fallo su Corradi. In Samp-Roma 2-2 del torneo passato, poi, assegnò un penalty alla Roma per fallo su Tonetto del già ammonito Padalino, che andava espulso. Ma lui sbagliò persona e anziché lasciare i doriani in dieci ammonì Lucchini. Rosetti non è un arbitro gradito alla società giallorossa che non può però dirlo «ufficialmente». Non a caso l'ultima sua direzione all'Olimpico risale al dicembre 2006 (il derby vinto 3-0 dalla Lazio), un mese prima l'ultima direzione con la Roma società ospitante nella partita con la Fiorentina finita 3-1. I giallorossi non vincono in campinato con Rosetti dall' 1-0 in casa del Genoa del 24 novembre 2007. Quasi due anni fa!



La Roma furiosa, anzi furibonda, prova stasera a dimenticare il sorriso  balordo di Rosetti nell'incanto del Craven Cottage, lo stadio-salotto di  Mohamed Al Fayed, il signore dei mitici magazzini Harrods, il primo miliardario straniero a togliersi lo sfizio di acquistare un club inglese. Lo fa all'ombra della determinazione di Claudio Ranieri, che a Londra ha una casa non lontano dal piccolo tempio del Fulham e a San Siro ha fatto da apripista all'innovativo sfogo di Rosella Sensi, rimasta a casa a differenza del diesse Pradé, partito regolarmente con la squadra. Speriamo che concretezza dell'allenatore in perfetta sintonia col presidente ("Ha ragione: il patrimonio Roma va difeso ad ogni costo") basti a dare dignità a questa Champions dei poveri che accende il giusto - non moltissimo, quindi - la fantasia tifosa. I precedenti, Basilea su tutti, non incoraggiano l'ottimismo dedicatoci dal tecnico inglese, il navigatissimo Roy Hodgson, che ha definito la Roma la squadra favorita per la vittoria finale in Europa League. Noi che conosciamo un po' meglio la realtà giallorossa ci sentiamo magari propensi a una maggiore cautela: Totti non è partito, afflitto dai guai al ginocchio e dai soliti misteri; di Juan si sono perse le tracce; Doni è in piena convalescenza; Cicinho è sempre rotondo come un abbacchietto; la banda nel suo complesso, il caricatissimo Menez a parte, non sembra vivere una fase di splendore fisico e, alla faccia del turnover, già comincia a chiedere gli straordinari a più di un elemento (da Riise a Burdisso, da De Rossi a Pizarro).
In ballo, orgoglio a parte, forse non c'è granché. Ma forte è la curiosità di verificare le capacità di reazione del gruppo di fronte all'ultima clamorosa ingiustizia subìta. Di nuovo, c'è l'atteggiamento del presidente, finalmente tornato a mostrare una grinta degna di papà e mamma. Basterà a scuoterci dalla rabbia che, a distanza di tre giorni buoni, ancora ci rode dentro?



Alla vecchia di Torino hanno ripreso Bettega. Sono due le cose. Se Bettega è pulito, vuole dire che non sapeva nulla di ciò che facevano i “colleghi” Moggi e Giraudo e dunque è un imbecille che non vede passare le renne ad agosto, se invece vale il contrario, sporcato per sporcato, lo stile Juve, valeva la pena riprendersi il vate di calciopoli, almeno di pallone ci capisce. Non credo che il bianco Bettega li salverà dal processo di deterioramento, a meno che non arrivi Hiddink e allora saranno dolori per tutti. Quello è bravo. Il Milan, sull’onda dell’ottimo arbitro Rosetti, ha preso più punti di quelli che merita, frenando la nostra crescita (che bravo Rosetti, due piccioni con una fava!).






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